Cgil, Cisl e Uil in una nota contestano la risposta fornita da Confindustria Basilicata sulla contrattazione unica di sito per i lavoratori dell’indotto Eni di Viggiano e annunciano lo stato di agitazione dei lavoratori dal 13 giugno 2018. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Apprendiamo dalla stampa la nota di Confindustria di chiusura sulla Contrattazione unica di sito per i lavoratori dell’Indotto ENI di Viggiano.
Cgil, Cisl e Uil a seguito dell’approvazione unanime dei lavoratori dell’Indotto ENI della Piattaforma rivendicativa nell’assemblea del 15 Maggio 2018, hanno inviato la stessa alle controparti datoriali, ad ENI e alla Regione Basilicata affinché si aprisse il confronto sindacale per una discussione sul merito delle proposte, come previsto dalle procedure e dalle corrette relazioni sindacali.
La Piattaforma si è resa necessaria per aprire un confronto con ENI, Regione e parti datoriali a seguito dei problemi riscontrati nell’applicazione del Protocollo di Sito del 2012 e dell’Accordo del 6 Agosto 2014, che rispetto ai temi della sicurezza, dell’occupazione e del salario non hanno prodotto i risultati che erano previsti.
Cgil, Cisl e Uil unitamente ai sindacati di categoria e ai delegati del sito ritengono necessario per i lavoratori di rivedere e migliorare gli Accordi in essere.
Non è accettabile che a distanza di anni i lavoratori attendono ancora l’erogazione dei 2.000 euro previsti dagli Accordi, nel mentre si firmano ulteriori finanziamenti per 39 mln di euro tra ENI e Regione; non è accettabile la scarsa trasparenza nei Cambi di Appalto senza la garanzia della piena applicazione della Clausola sociale a salvaguardia dell’occupazione; non è accettabile il Dumping contrattuale nei Cambi di appalto con il peggioramento dei diritti e del salario dei lavoratori; non è accettabile la mancata definizione dei perimetri contrattuali rispetto alle reali attività lavorative per impedire la contrattazione al ribasso; ma soprattutto non è accettabile a distanza di anni assistere al mancato rafforzamento della sicurezza e delle misure di sorveglianza sanitaria dei lavoratori dell’indotto Eni e del Comprensorio rispetto ai rischi reali che l’attività estrattiva produce, non è accettabile che non si apra un confronto serio sulle politiche di gestione della transizione energetica
Le organizzazioni sindacali dei Metalmeccanici di Fiom e Uium attraverso il percorso democratico con i lavoratori, hanno chiesto che si aprisse un confronto per discutere di questi temi, ma rispetto alla chiusura di Confindustria di convocare un Tavolo di trattativa, come prima risposta proclamano lo stato di agitazione con blocco di tutte le flessibilità (straordinari, reperibilità etc.) a partire da oggi 13 giugno 2018, annunciando ulteriori iniziative anche di mobilitazione già dalla prossima settimana con scioperi e assemblee davanti al Centro oli di Viggiano.
Contrattazione unica di sito per lavoratori indotto Eni di Viggiano, nota di Carmine Vaccaro, Segretario Generale della UIL Basilicata
“Riteniamo inopportuna e poco rispettosa la nota di Confindustria che rimarca in maniera chiara ed inequivocabile la propria chiusura in merito alla Contrattazione unica di sito per i lavoratori dell’Indotto ENI di Viggiano”.
Lo dichiara Carmine Vaccaro, Segretario Generale della UIL di Basilicata che evidenzia “quanto sia necessaria una presa di posizione condivisa delle OO.SS. che nel corso dell’Assemblea con i lavoratori dell’indotto ENI hanno assunto una posizione chiara ed inequivocabile che non può prestarsi a libere interpretazioni né a necessità di visibilità di alcuno”.
“La piattaforma è frutto di quanto concordato in sede di sottoscrizione del “Protocollo di sito” del 2012 che ha permesso di mettere in garanzia dal punto di vista economico ed occupazionale i lavoratori interessati. La valutazione che il tempo sia cambiato rende necessaria una rivisitazione dello stesso che, visti gli atteggiamenti delle controparti, allo stato non riesce ad offrire ai lavoratori le garanzie in esso previste. La richiesta, pertanto, è frutto di una valutazione figlia delle difficoltà riscontrate nei tanti cambi di appalto intervenuti. Infatti, negli ultimi tempi troppi lavoratori sono rimasti per strada ed anche impegni di natura economico-salariali sono stati, in maniera preoccupante, disattesi”.
“Sono queste le ragioni – continua Vaccaro – che ci portano ad essere preoccupati per le dichiarazioni degli ultimi giorni che sono incomprensibili essendo la stessa CONFINDUSTRIA sottoscrittrice sia del Protocollo del 2012 che dell’accordo di Agosto 2014”.
“Lo diciamo con chiarezza e fermezza che sulla sicurezza, sulla salvaguardia dei livelli occupazionali ed economici non permetteremo a nessuno di fare un passo indietro. Su questi temi, partendo dalla Sicurezza, occorre e necessita solo fare due passi in avanti. Non è possibile che su discussioni di tale portata ognuno possa dire la propria poiché i percorsi sono stati condivisi ed insieme vanno portati a compimento, perché oggi più di ieri siamo convinti, come dimostra la battaglia consumata nel 2012, che per ottenere risultati importanti occorre restare uniti nella rivendicazione ed insieme nelle battaglie da consumare”.
“In conclusione, nell’invitare la Regione Basilicata a svolgere un ruolo politico di mediazione per dipanare la questione, invitiamo Confindustria Basilicata a rivedere la propria posizione mettendo i lavoratori nelle condizioni di ottenere quanto richiesto”.
“Nel caso in cui – conclude Vaccaro – non riscontrassimo avanzamenti importanti in tale direzione, la UIL di Basilicata, unitamente alle proprie federazioni di categoria, metterà in campo tutte le iniziative di lotta necessarie per raggiungere il tanto auspicato e dovuto obiettivo partendo dal già annunciato “stato di agitazione” per arrivare ad iniziativa di lotta più incisive non escludendo lo sciopero generale nell’area”.