Martedì 10 dicembre 2019 nella sala B nella palazzina degli uffici dell’Ospedale San Carlo di Potenza si è tenuto il corso di formazione organizzato dalla Fp Cgil di Potenza e dedicato agli operatori della sanità sul tema delle sempre più frequenti aggressioni nei confronti del personale dal titolo “Aumenta la violenza verso gli operatori della sanità: quali strumenti per contrastarla e prevenirla”.
“Anche nella provincia di Potenza – spiega la segretaria generale Fp Cgil Giuliana Pia Scarano – continuiamo ad assistere a numerosi infortuni dovuti ad aggressioni nei confronti di personale sanitario. Oltre a intervenire nei casi specifici per provare a risolvere alcune delle cause che possono aumentare i rischi di aggressioni, considerati episodi sentinella, siamo schierati come categoria per diffondere negli operatori la cultura della sicurezza, anche attraverso corsi di formazione e vademecum con indicazioni pratiche e di comportamento che permettano ai lavoratori di poter gestire le aggressioni e potersi sentire al sicuro sul luogo di lavoro.
L’obiettivo del corso odierno è stato di fornire conoscenze e strumenti utili agli operatori affinché possano riconoscere con anticipo e gestire con specifiche tecniche i comportamenti aggressivi in ogni loro fase. Con la campagna nazionale chiediamo alle aziende di non sottovalutare il fenomeno delle aggressioni al personale, di schierarsi a tutela dei propri operatori e predisporre azioni di controllo e contrasto del fenomeno attraverso una serie di azioni mirate a garantire la sicurezza”.
Il seminario è stato tenuto da Giuseppe Spartivento, infermiere e dipendente del sistema sanitario regionale dal 1991, dal 1999 relatore, docente e tutor di numerosissimi eventi formativi relativi al settore sanitario. In considerazione del costante aumento di aggressioni fisiche, ma anche verbali, di intimidazioni, umiliazioni e offese, la Fp Cgil nazionale si è schierata in prima linea al fianco degli operatori della sanità, facendo partire una campagna straordinaria di sostegno ai lavoratori per contrastare e gestire il fenomeno denominata “Stop aggressioni”. Alcuni dati possono far comprendere l’importanza, anche numerica, che sta assumendo il fenomeno: ogni anno in Italia si contano 1.200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità, nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne; i luoghi maggiormente colpiti dalla violenza sono i Pronto soccorso con 456 aggressioni, cui seguono i reparti di degenza con 400, gli ambulatori con 320, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura con 72 atti di violenza, le terapie intensive con 62, i 118 con 41 episodi, l’assistenza domiciliare con 37, le case di riposo con 20 e, infine, i penitenziari con 11 casi.
Passando alla tipologia di violenza: il 60% sono minacce, il 20% percosse, il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismo. Ma chi commette violenza? Il 49% sono i pazienti, il 30% i familiari, l’11% i parenti e un 8% sono gli utenti in generale.