“Per essere competitivi nel mercato globale non solo non è necessario tagliare i ponti col territorio o ridurre i diritti dei lavoratori. E’ anzi vero il contrario. il Paese è pieno di esperienze che lo dimostrano: dalle reti della qualità territoriale, all’eno-gastronomia, alle manifatture apprezzate in tutto il mondo, al patrimonio artistico e culturale. Confartigianato con PROGETTO SUD 2020, partito proprio da Matera, vuole fare questo: unire i protagonisti della qualità, raccontare le storie di successo, ridare ad un’Italia disillusa e indebolita il gusto della sfida, il coraggio di competere. E vuole parlare alla politica, all’economia e alle istituzioni, per indirizzare il futuro del paese verso l’orizzonte della qualità e di uno sviluppo sano e duraturo.” Lo ha sostenuto Rosa Gentile, vice presidente nazionale Confartigianato con delega al Mezzogiorno, intervenendo a “Cultura e business: i paradigmi al femminile dell’economia etica”, convegno a più tavoli tematici organizzato dalla Fidapa BPW Italy di Matera in partnership con la Federazione di Milano nell’ambito di Btobexpo.
In linea con il filo conduttore del tema internazionale del biennio 2014-2017 dell’organismo femminile – che ha incentrato la propria attività sul “fare” la differenza attraverso la leadership e l’azione – Gentile ha affermato che “non si può essere competitivi sul terreno della qualità se viene a mancare la coesione, il riconoscimento delle diversità, la condivisione dei saperi, la partecipazione alle imprese dei territori e delle comunità, gli investimenti sul capitale umano. Un allargamento ai temi della qualità sociale e la partecipazione dei protagonisti di questo mondo fatto di sussidiarietà, che dal non profit all’impresa sociale e al volontariato, fornisce un contributo importante al benessere, alla qualità della vita e dell’ambiente, alla sicurezza sociale. E, quindi, anche alla capacità di creare qualità e bellezza, e di competere. Nella ricetta per ridare slancio ad un’Italia in affanno, la sussidiarietà è un ingrediente decisivo: è decisiva la capacità di fare esprimere quella creatività sociale che può assicurare un contributo formidabile al progetto della qualità nel nostro paese”.
La vice presidente nazionale Confartigianato ha quindi proposto il percorso delle CINQUE “C”. In Italia le donne continuano a trovare molti ostacoli al loro inserimento ed alla loro crescita in azienda. Cosa fare per cambiare la situazione? La chiave di volta potrebbe essere un percorso in cinque “C”: Consapevolezza, Conciliazione, Condivisione, Cultura al femminile, Creatività. In sintesi, una delle caratteristiche delle donne è la poca stima verso se stesse e la PAURA DI SBAGLIARE che limitano le potenzialità di percorsi accrescitivi. Una delle difficoltà maggiori per le donne è sempre conciliare i tempi di vita della famiglia con quelli del lavoro. La maternità diventa un ostacolo e non un’opportunità, una crescita individuale. Spesso le donne sono costrette a rinunciare perché il proprio guadagno è inferiore a quanto i spende per sostenere un babby-sitter. Per le imprenditrici le difficoltà aumentano dovendo loro badare al provento d’impresa e quindi non esistono leggi ed assenze. Finché le donne continueranno a decidere del loro futuro senza condividerlo con l’altra metà del cielo, abituata a pensare atavicamente in un modo solo: quello maschile, si dovrà aspettare quei 500 anni per ottenere una visione diversa della vita insieme. Bisogna insegnare alle nuove generazione un nuovo schema gerarchico che veda alla pari ogni essere umano , eliminando la diversità in quanto discriminazione, ma facendola diventare accrescimento. Solo così si potrà avere una svolta e si tornerà a crescere in un mondo sviluppato. Il successo delle imprese, soprattutto se piccole e medie, non può prescindere dalle componenti informali implicite nell’organizzazione aziendale. Il valore di un’azienda dipende sempre più dal capitale umano e dalla sua capacità di apprendimento. La crisi finanziaria che sta investendo il mondo intero e la nuova competitività creatasi nei mercati europei con l’ingresso di nuove forse economiche, quali la Cina, impongono decisioni importanti ed irreversibili. Gli esperti consigliano di investire in innovazione, che non deve essere individuata solo in nuove tecnologie, ma anche in nuove organizzazioni che creino quegli elementi di maggiore competitività.