Convegno internazionale sul pesco, report con le conclusioni degli scenziati Davide Neri e Desmond Layne.
“Un convegno molto ben organizzato dall’ Università di Basilicata che ha portato innovazioni importanti. Abbiamo avuto la possibilità di confronti scientifici con tanti Paesi, tra cui l’Australia, il Sud Africa, l’Afghanistan, la Cina ed altri. Tutto il convegno ha avuto come filo conduttore l’ecosostenibilità – sostiene Davide Neri, dell’Università Politecnica delle Marche -, infatti tutti si sono approcciati per ridurre qualcosa. La parte fisiologica è sempre più capita perché è da una piccola operazione che si ottengono grandi risultati. E’ in corso una vera rivoluzione sulle tipologie delle pesche orientata ad aumentare il consumo di frutta”.
Finalmente si tenterà di raggiungere quanto più possibile il consumatore finale, infatti i frutti saranno confezionati per essere consumati anche per strada, per essere mangiati a morsi oppure a pezzi. Si punta anche sulla parte relativa alla preparazione del prodotto e al confezionamento. “Oggi abbiamo una catena del freddo che è un po’ aggressiva. E’ in corso una rivoluzione sulle tipologie delle pesche e non è un caso che negli ultimi anni ha avuto diffusione una pesca piatta e facile da mangiare. Si chiama Platicarba”. Interviene anche Desmond Layne, scienziato americano che sostiene l’importanza di cominciare a diffondere l’utilizzo del cibo organico per favorire l’ecosostenibilità del pianeta.
Layne ha una funzione di collegamento tra gli agricoltori e la scienza. Negli USA, è una professione diffusa, Il divulgatore, perché è necessario che si raccolgano le esigenze di questi ultimi al fine di garantire una fruizione dei risultati delle ricerche scientifiche. “Gli agricoltori – sostiene lo scienziato Layne – hanno bisogno di avere poche informazioni ma valide”.
Al pesco, cuore dell’ortofrutta, si dedicano con passione e impegno la piemontese Laura Asteggiano e il barese Gaetano Alessandro Vivaldi. I giovani studiosi sperimentano ogni giorno, direttamente sui campi, nuove tecniche di miglioramento del sistema di gestione dei frutteti e presentano ognuno delle importanti novità applicabili al sistema di gestione del settore agricolo.
Laura Asteggiano è una professionista giovane, grintosa. Una studiosa instancabile. Lavora per una società partecipata finanziata in parte dalla Regione Piemonte e in parte da soggetti privati rappresentati da cooperative frutticole e magazzini ortofrutticoli. “I miei non hanno una azienda agricola – dice la studiosa – . Mi sono specializzata in Norvegia e sono ritornata a lavorare in Italia. Le ricerche che portiamo avanti riguardano le problematiche più importanti per gli agricoltori, con cui lavoriamo in stretto contatto e a cui cerchiamo di dare risposte concrete dopo aver fatto un’analisi delle loro esigenze”. La studiosa presenta alla platea di scienziati un lavoro sul diradamento meccanico del pesco attraverso l’utilizzo di una macchina tedesca ideata originariamente sul melo. “Nel 2008, negli Stati Uniti, sono state effettuate le prime prove di utilizzo della macchina sul pesco. I risultati emersi sono stati veramente importanti. Oggi, in Piemonte, questa macchina è utilizzata da molti agricoltori”. Anche Gaetano Alessandro Vivaldi dell’ Università di Bari, Dipartimento di Scienze Agroambientali e Territoriali, guarda agli Stati Uniti e contemporaneamente al suo territorio. Infatti, se riporta nelle sue slides l’esperienza californiana sulla gestione delle acque reflue in agricoltura, contemporaneamente i suoi studi sono applicati alla sua terra, in particolare alla Capitanata. In quest’area, ha sperimentato l’utilizzo di acque reflue urbane come risorsa alternativa applicata all’irrigazione in agricoltura. “Andando nei campi, vedo quello che succede. E in Puglia, l’utilizzo di acque reflue sta via via diffondendosi. L’utilizzo delle acque reflue urbane trattate, una volta affinate, vengono raccolte negli impianti e poi distribuite. In questo modo diamo valore a un rifiuto rappresentato dall’utilizzo dell’acqua reflua che altrimenti verrebbe disperso in mare. In California, hanno costruito un primo impianto di “trigenerazione” producendo, con un impianto di acque reflue, calore, elettricità e idrogeno. Addirittura a Los Angeles utilizzano l’acqua reflua come acqua da bere”.
Riportando una frase dello scienziato Paolo Inglese “i sistemi di miglioramento applicati in agricoltura non devono essere belli, ma devono essere vincenti per migliorarne la gestione”. Il professore, inoltre, da un’anticipazione su una sua pubblicazione in cui il paesaggio finalmente sarà descritto da un agronomo. “Perché l’agronomo – dice lo scienziato – riesce a cogliere particolari che i paesaggisti non vedono”.