Il Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri, è intervenuto questa mattina presso la Sala della Lupa a Palazzo Montecitorio al convegno “Matera 2019: il 5G e il digitale al servizio della cultura”. “Attraverso il progetto della Capitale Europea della Cultura 2019 – ha spiegato Verri – Matera intende essere un laboratorio di innovazione per guardare al futuro e sperimentare cose mai fatte prima. I valori alla base di tale visione sono racchiusi nei titoli dei due dossier di candidatura che la città ha presentato nella competizione per il titolo. Il primo si intitolava “Together”, “Insieme”, e metteva al centro il lavoro collettivo, la cooperazione, annullando le differenze tra chi fa ricerca e chi lavora in maniera operativa sul territorio. Dal primo dossier siamo passati al secondo con il titolo “Open Future”, proprio con l’idea di usare il digitale per far crescere le competenze delle persone e consentire loro di essere all’altezza delle sfide globali. Con la vittoria di Matera ci troviamo infatti in una terza fase della storia delle Capitali Europee della Cultura: dopo la prima, in cui il titolo Ecoc era una medaglia d’onore a quelle città che avevano contribuito alla bellezza europea (è il caso di Atene), e dopo un secondo momento che ha visto protagoniste le città trasformate nel passaggio dal fordismo al postfordismo (Glasgow o Genova), con Matera l’obiettivo del progetto Ecoc è quello di generare cambiamento lavorando, principalmente sull’immateriale”.
“In fase di candidatura – ha sottolineato Verri – abbiamo coinvolto quindi le scuole in un grande Coder Dojo, ovvero una maratona in cui oltre 1.000 bambini dai 9 ai 14 anni hanno utilizzato le tecniche del coding per raccontare il loro territorio. Sempre in fase di candidatura abbiamo dato vita ad un grande web team diffuso, fatto da persone che da qualsiasi parte d’Italia e del mondo raccontavano attraverso gli strumenti del web cosa accadeva a Matera nel suo percorso verso il titolo Ecoc. Tre sono le parole chiave che, secondo la Commissione giudicatrice, hanno consentito a Matera di vincere il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019 rispetto alle altre cinque città finaliste: la partecipazione dei cittadini, la visionarietà del progetto, incentrato sul dialogo fra arte e scienza, e la qualità del management che è riuscito a “fare di più con meno”, destinando una parte del budget al triennio 2020-2022 per far circolare in Europa i progetti realizzati nel 2019 a Matera”.
“L’idea di tenere insieme il sapere umanistico con quello scientifico vedrà, nel corso del 2019, la sua massima espressione in alcuni progetti speciali – ha concluso Verri – . Grazie alla collaborazione con il CNR, con il progetto Quantum Danza daremo vita a una perfomance di danza contemporanea attraverso la digitalizzazione dei gesti umani. Il 21 giugno inaugureremo la mostra su Pitagora e i numeri primi curata dal Piergiorgio Odifreddi, con una grande istallazione dedicata a Fibonacci. Il 18 luglio, grazie alla collaborazione con Leonardo, porteremo nella Cava del Sole una composizione di Brian Eno dedicata alla celebrazione del cinquantesimo anniversario dell’allunaggio. Dal 2019 partirà insomma un progetto di produzione culturale originale, con l’ambizione di innescare un processo che trasformerà Matera e la Basilicata in un laboratorio permanente di sperimentazione”.
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