Si è tenuto nel pomeriggio di mercoledì 13 luglio presso il Likos Hotel di Grumento Nova, il coordinamento di tutti i delegati della UIL UILM dell’indotto Eni di Viggiano, al fine di analizzare il difficile periodo storico che si vive in Val D’agri.
Fase complicata a causa delle scelte di Eni ed Enirewind che, come più già più volte denunciato, raggirano le regole condivise anche attraverso accordi regionali, a partire dal Patto di Sito, ma anche regole non scritte: quelle del buon senso.
Sono già ben note a tutti le ultime vertenze che coinvolgono i lavoratori Sicilsaldo e la storia inverosimile che intreccia il destino di costoro con quelli di un’altra ditta, la Simam. Commesse che cambiano destinazione e uso dalla sera alla mattina, lavoratori lasciati a piedi o messi spalle al muro a causa di progetti maniacali e folli da parte di questa multinazionale pubblica e privata rappresentata da Eni ed Enirewind.
Azienda dunque pubblica che colpisce i propri cittadini, dalla remotizzazione si è passati alla razionalizzazione delle unità tagliando non solo l’occupazione ma anche riducendo la sicurezza dei lavoratori; mentre in alcune aziende si sperimenta il Man Down, in altre si attualizza, dalla sera alla mattina, la traduzione in italiano del man down, l’uomo a terra.
Ciò ha significato praticamente e obbiettivamente, come ad esempio all’interno della Simam, una riduzione del 50% della manodopera di coloro che conducevano gli impianti all’interno della Mise, si è passati dunque da 2 persone ad una sola persona.
Tutto ciò ovviamente senza nessuna formazione dei lavoratori, senza nessun accordo sindacale, cosi come invece previsto dalla norma legata alla privacy dei lavoratori.
Accordo necessario visto l’utilizzo della geolocalizzazione degli stessi.
E non solo…
Registriamo anche l’assoluta mancanza della valutazione del rischio, visto che in nessuna azienda in cui si sta utilizzando il lavoro isolato è stata consegnata copia del nuovo DVR o anche delle sole modifiche apportate.
Parliamo dunque di gravissime inosservanze che ovviamente, come Organizzazione Sindacale, abbiamo segnalato agli organi competenti visto che il rischio principale del lavoro isolato è relativo all’organizzazione dei soccorsi in caso di malore o infortunio dei lavoratori.
In tal senso quale squadra di emergenza interverrebbe? Quella composta da una sola persona?
Follia tutto ciò imposta da Eni che per razionalizzare e dunque guadagnare qualche dollaro in più ha deciso di mettere in atto tutto questo.
In realtà invece non ci sono solo i dollari da risparmiare, ma Eni ha incominciato probabilmente, e questi sono altri segnali chiari, la fase di “smobilizzazione” in Val D’Agri.
Finita la fase di coltivazione, oggi siamo nella fase di sfruttamento dei pozzi: “bisogna tirare o meglio estrarre ogni goccia dell’oro nero della Val D’Agri”.
Non sappiamo quanto durerà questa fase, visto che Eni, nella sua doppia veste di controllato e controllore, “evita” qualsiasi confronto sindacale e ciò a prescindere dalle ultime esternazioni ascoltate durante la festa dell’Avvenire a Matera da parte di Descalzi.
Il rinnovo delle concessioni fino al 2029 deve necessariamente aprire una nuova fase in Val D’Agri che si deve caratterizzare nella pianificazione e programmazione del futuro di queste bellissime terre lucane e dei suoi lavoratori.
Gli investimenti alternativi alle estrazioni petrolifere quando si realizzeranno?
Quando Eni presenterà il primo progetto?
Quando, come previsto dal Patto di Sito, inaugureremo i nuovi siti produttivi?
Quando, Presidente Bardi?
Quando?
Nel “quando” di costoro e della politica c’è una frase che noi come UIL UILM chiamiamo delle “bocce ferme” che significa nessun taglio occupazionale e le bocce potranno muoversi di pari passo con gli investimenti.
Creare dunque con gli investimenti nuove opportunità di lavoro e di ricollocazione dei lavoratori che man mano possono diventare esuberi in aziende di oggi ma risorse qualificate per le aziende del futuro.
Per fare ciò, caro Presidente Bardi, la preghiamo anzi la scongiuriamo di accelerare e di convocare immediatamente Eni, unitamente alle Organizzazioni Sindacali, affinché si possano conoscere i progetti futuri e pianificare tutto ciò che è necessario per preservare l’occupazione e dunque il futuro della Val D’Agri e della nostra Basilicata.