Il Segretario della Uil Fpl di Matera, Franco Coppola ha inviato una lettera a tutti i dipendenti degli enti della provincia di Matera per fare chiarezza sulla richiesta di erogazione dei buoni pasto al personale collocato in lavoro agile.
Da qualche tempo CGIL e CISL Funzione Pubblica, su tutto il territorio regionale, avanzano richieste e predispongono comunicati senza coinvolgere la UIL F.P.L.
Comportamento per noi incomprensible ed immotivato, atteso che da sempre abbiamo predicato e coerentemente sostenuto il valore dell’azione confederale unitaria.
Nei giorni scorsi, nostri iscritti e non, perplessi, hanno chiesto dei chiarimenti sulla portata interpretativa e applicativa di una richiesta fatta agli Enti da CGIL e CISL Funzione Pubblica sulla erogazione dei buoni pasto al personale collocato in lavoro agile.
Invero qualcuno dissentiva sulla richiesta non ritenendola opportuna e non sentendosi rappresentato nelle proprie sensibilità e principi di solidarietà verso i tantissimi lavoratori di altri settori in grande difficoltà e con il futuro a rischio, che quotidianamente, come gli operatori sanitari e non solo, svolgono le proprie funzioni tra tensioni e rischi per il futuro e la propria salute.
La UIL F.P.L. di Matera non avrebbe mai sottoscritta la richiesta in questione tra l’altro articolata e ferraginosa.
In questa fase storica di straordinaria gravità i concetti e valori di buon senso, sensibilità e solidarietà, devono potersi trasformare in atti concreti.
Nel merito, poi, ci ha molto meravigliato la perentorietà della richiesta che addirittura ritiene l’attribuzione del buoni pasto ai lavoratori in lavoro agile un automatismo di legge.
A livello Nazionale , consapevoli dell’importanza innovativa di questa tipologia di lavoro, sicuramente aderente alle evoluzioni organizzative e gestionali dei nostri tempi e tesa alla ottimizzazione dei tempi ed alla valorizzazione degli obiettivi più che della solo presenza, il Sindacato unitariamente stà lavorando affinchè questo si realizzi attraverso una strutturazione organica del lavoro agile, con i necessari investimenti e formazione e con la possibilità di una continua interazione tra il dipendente e la sede di lavoro.
Condizioni queste necessarie, affinchè attraverso una regolamentazione contrattuale specifica, si individuano nuovi istituti contrattuali aderenti alle specificità del lavoro agile ed atti a riconoscere il dovuto ai lavoratori.
Purtroppo, in attesa che questo si realizzi, nella circostanza del Covid-19, l’istituto è stato solo ed esclusivamente attuato perché necessario ed in ottemperanza alla necessità del cosiddetto distanziamento sociale, applicandolo, nella stragrande maggioranza dei casi, in modo improvvisato e privo di quei caratteri distintivi su menzionati.
Non capiamo le motivazioni di tale movimentismo di CGIL e CISL sul nostro territorio atteso anche che gli stessi lavoratori, consapevoli, mai hanno rappresentato tale rivendicazione.
La tutela, quella vera, dei dipendenti della Pubblica Amministrazione deve connotarsi e basarsi su ben altri principi.
Queste iniziative riescono, colpevolmente ed inopinatamente, a risvegliare e rinvigorire pregiudizi gratuiti e offensivi verso i pubblici dipendenti, purtroppo presenti in un largo strato della nostra società. Così come questa incomprensibile quanto intempestiva scelta fatta in Basilicata da Cgil e Cisl Funzione Pubblica sicuramente non sarà capita dai lavoratori e diverrà elemento di sfiducia verso il movimento sindacale complessivamente inteso.
Per il senso di responsabilità dovuto, noi siamo pronti in qualsiasi momento a riprendere le relazioni sindacali unitarie
esclusivamente perché nel dopo Covid , settori quali la sanità, autonomie locali e servizi socio sanitari, saranno interessati da profondi cambiamenti che il sindacato confederale ha la responsabilità di governare al meglio e in modo unitario.