Usb esprime la propria vicinanza ai familiari di Mario, lavoratore della Fca di Melfi, scomparso ieri a causa del coronavirus.
Mario è uno dei tanti, troppi, lavoratori morti durante questa pandemia.
Come tanti suoi colleghi, ha prodotto anche durante l’emergenza beni essenziali per la sopravvivenza di Fca e del paese, non certo per quella degli operai.
Il paese si regge sul lavoro e non può farne a meno nemmeno adesso , purtroppo il rischio per i lavoratori è inevitabile, questo è l’assurdo messaggio che sta passando da mesi.
La realtà è molto più amara, il paese sopravvive ma i lavoratori muoiono.
Ci si espone al contagio e si muore a causa del peggior virus esistente dal dopoguerra ad oggi, in ambienti di lavoro in cui i protocolli di sicurezza anticovid fanno acqua da tutte le parti, purché l’economia nazionale regga.
Si lavora e si muore a causa di ritmi e carichi di lavoro pesantissimi , di turni inumani, purché l’economia nazionale regga, prima, durante e dopo il Covid.
Come lui, centinaia di migliaia di lavoratori producono cose in questo momento inutili, perché la loro vita vale meno della tenuta economica del paese.
La priorità dovrebbe essere la salvaguardia della salute di tutti, indistintamente e non solo durante questa pandemia, così non è.
I 206 miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa devono servire a salvare vite, non certo utilizzati per installare l’ultimo sistema internet all’interno del parlamento o per gonfiare sempre più le tasche dei soliti noti.
Basta produrre beni non essenziali durante la pandemia!
I lavoratori devono difendersi dal virus restando a casa a salario pieno.