“Al Presidente della Giunta Regionale della Basilicata, Vito Bardi, l’Ugl si rivolge affinché si apra una verifica su determinate azioni attuate da parte di Poste italiane sul territorio regionale che purtroppo mettono a repentaglio l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini tutti”.
Con questo intento che il segretario dell’Ugl comunicazioni Basilicata, Giuseppe Di Giuseppe scrive una lettera aperta al Governatore Lucano, Bardi, per il quale, “ci troviamo davanti come interlocutore una azienda arrogante, incapace di individuare soluzioni idonee a garantire il minimo dei servizi essenziali dovuti ai cittadini sempre più sfiduciati ed arrabbiati. Mi rivolgo a Voi quale padre putativo di tutto il popolo lucano per rappresentarVi e riportarVi l’accorato appello di centinaia di lavoratori di Poste italiane che quotidianamente operano sul territorio della Basilicata con la piena consapevolezza di poter essere ricettori e vettori al tempo stesso di questa pandemia. Le azioni poste in essere da parte di Poste italiane sul territorio regionale, purtroppo, mettendo a repentaglio l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini tutti, nello specifico pur dovendo garantire i servizi essenziali il piano di chiusura e razionalizzazione degli uffici ad opera dei Preposti alla sicurezza, non ha tenuto conto che gli uffici a totale blindatura garantiscono una minore probabilità di contagio rispetto ai layout privi di ogni protezione. Vi partecipiamo,inoltre – prosegue Di Giuseppe – che ad oggi le sanificazioni come previsto dal protocollo ed i DPI sono una mera chimera: gli addetti al recapito sono abbandonati a se stessi sia in fase di ingresso in ufficio che, nell’espletamento delle proprie attività, atteso che quotidianamente hanno contatti con centinaia di clienti. Saremo sentinelle pronti ad indire sempre più pesanti forme democratiche di protesta ma nel frattempo – conclude il segretario dell’Ugl comunicazioni Basilicata, Di Giuseppe -, chiediamo e confidiamo in un urgente incontro con l’Anci e le istituzioni regionali per fare fronte comune al fine di indurre Poste italiane a coprire le ormai ataviche carenze negli uffici dovute alla paura di contagio da Coronavirus. Vi chiedo, visto che nessuno parla mai di Poste Italiane, di chiarire nel dettaglio quali sono ritenuti i servizi essenziali e di farVi promotore presso le strutture preposte alla vigilanza sui siti di Poste al fine di rendere esigibili i decreti attuativi Regionali e Nazionali nella certezza che quanto sopra esposto sarà oggetto di Vostre attente riflessioni ed azioni”.