Il Presidente di Conf.Iva Giuseppe Digilio in una nota chiede alle istituzioni di cominciare a mettere in campo una serie di misure per rilanciare l’economia attualmente paralizzata dalla burocrazia. Di seguito la nota integrale.
Qualcuno ha scritto che la percezione dell’abbandono è peggiore dell’abbandono stesso; è una sensazione d’impotenza che nel tempo sviluppa un’idea distorta della realtà, portando ad accettare qualsiasi cosa con la consapevolezza di non poter far nulla per poterla cambiare. Ma c’è un limite a tutto e quando questo limite si supera, la mente umana sviluppa reazioni incontrollabili. Sentirsi soli in uno spazio affollato in cui tutto sembra raggiungibile, ma che nella realtà non lo è, può trasformarsi in una lotta senza quartiere al grido di “si salvi chi può”. E in queste condizioni, potrebbe non salvarsi nessuno.
Quello che sta accadendo in queste ore in Basilicata, è proprio questo. I cittadini hanno la sensazione di essere soli e del tutto impotenti di fronte alla complessità del momento per giunta chiamati a fronteggiare una situazione di emergenza in totale incertezza, in assenza di guide e senza una cabina di regia che offra garanzie di competenza. E non è solo una percezione di abbandono giacché le uniche risposte che i cittadini si sentono dare alla richiesta di aiuto sono di rispettare il distanziamento sociale e la reclusione come unica strategia per contenere l’epidemia. Nessuna risposta, invece, su come e quali strutture siano in grado di rispondere all’emergenza dal punto di vista sanitario. I tamponi sembrano essere più rari di ogni altra cosa che pure in un paese normale dovrebbe rappresentare il primo presidio ad essere reperibile, oltre alla dotazione minima di sicurezza a garanzia degli operatori. Su questo si è detto già abbastanza senza aver ricevuto alcuna risposta, figuriamoci su quello che i cittadini chiedono per la propria sicurezza ed eventuali soluzioni in campo in casodi esigenze di ricovero.I fatti di questi giorni ci dicono che anche chi è recluso in casa, in quarantena, può sviluppare la malattia e in questo caso a gettare ancor più nello sconforto è la preoccupazione che non vi sia possibilità alcuna di avere risposte adeguate. E’ capitato a chi ha chiesto un intervento urgente avendo manifestato tutti i sintomi della malattia vedendosi, invece, respingere dal pronto soccorso perché “i sintomi manifestati e il quadro generale del paziente si presentavano complessivamente buoni” (dal comunicato stampa del DG del San Carlo dopo la scomparsa di un uomo di Potenza).
Chi ha il potere di decidere chi ricoverare e in quanto tempo si deve fare un tampone per scongiurare che i sintomi meno gravi possano trasformarsi in malattia?
Una mala gestione di cui qualcuno dovrà pur assumersi la responsabilità perché di casi come questo ce ne potranno essere ancora tanti se mai non ve ne fossero già stati abbastanza. Non possiamo più aspettare passivamente risposte inadeguate. Questa fantomatica cabina di regia regionale dov’è? Cosa fa? Quali soluzioni hanno messo in campo per salvare i cittadini che si ammalano? Perché non utilizza gli strumenti della comunicazione istituzionale per tranquillizzare i cittadini sulla reale capacità del sistema sanitario regionale dirispondere all’emergenza?Perché il Presidente Bardi non ha ritenuto di fare come il collega Emilano in Puglia che ha scelto di affidare la totale gestione dell’emergenza a un infettivologo di fama mondiale come il prof. Lopalco, docente all’università di Pisa, oppure come ha deciso di fare il presidente De Luca in Campania che ha richiamato il professor Faiella, infettivologo in pensione, distintosi al tempo del colera a Napoli a cui ha affidato l’ospedale chiuso di Loreto Mare che in questa emergenza è diventato un punto di riferimento per la cura del Corona virus per tutta la Campania. Esperienze competenze che hanno impedito per esempio che il virus aggredisse il personale sanitario com’è successo in altre regioni d’Italia e come, purtroppo, sta capitando in Basilicata.
Perché non s’instaura una task force interregionale con queste realtà dove, contrariamente a quello che accade in Basilicata, il numero di decessi in relazione a quelli dei contagiatiè sicuramente inferiore a testimonianza di un sistema per niente eccellente come qualcuno lo ha definito?
Ancora tante sono le domande cui bisognerà rispondere quando la crisi sarà alle nostre spalle, ma quello che accadrà quando la vita ritornerà alla normalità, purtroppo, si prospetta con maggiori incertezze.
Si dovràfare i conti con una situazione economica disastrosa rispetto alla quale, ancora oggi, le risposte sono assolutamente insufficienti.Le imprese e i cittadini soffrono la mancanza di liquidità e non c’è alcuna certezza rispetto al futuro; chi è chiamato a dare risposte, non è in grado di ipotizzare nessuna soluzione di medio periodo. Non si riesce a guardare oltre l’emergenza atteso che quello che si sta facendo, nel periodo di emergenza, è assolutamente insufficiente. Bisognerà ripensare al sistema Basilicata, alla ricostruzione del tessuto produttivo e sociale duramente provato e ancora impreparato a ritornare alla normalità senza un sostegno reale da parte dello Stato. Tutti i settori sono stati colpiti duramente dalla crisi, non solo quello sanitario. In special modo la pandemia ha messo in ginocchio il settore turistico che in Basilicata avrebbe dovuto rappresentare un asset principale nell’economia locale e nazionale, quello alberghiero e ricettivo, l’agricoltura, il commercio, l’industria manifatturiera, il comparto dei mobili imbottiti. Non c’è alcun settore che si possa chiamare fuori da questa emergenza. Occorre quindi una cabina di regia in grado di interpretare i bisogni delle imprese trasformandoli in aiuti concreti, immediati, senza che si debba passare attraverso le maglie della burocrazia intasata da vincoli e condizioni tanto stringenti quanto improbabili. Sistemi che diano risposte in tempi brevissimi, da paese moderno che non possono più essere quelli cui siamo stati abituati. Serviranno prestiti immediati e soldi disponibili per gli investimenti. Strumenti finanziari adeguati e facilmente accessibili per supplire ai mancati guadagni di questi mesi che si protrarranno nell’arco dell’anno.
Di questo ci sarà bisogno. Chi è preposto a farlo metta in campo fin da ora gli strumenti più efficienti per aprire ai bisogni delle imprese individuando contestualmente le migliori risorse umane di comprovate competenze cui affidare il compito di guidare quella cabina di regia che ripensi seriamente al modello Basilicata e che è mancata in questi anni. Le professionalità spesso lasciate fuori dai tavoli decisionali, per mero calcolo politico, ci sono, basterà solo aprire a un metodo innovativo di scelta che tenga conto di meritocrazia e competenza.