Case di riposo, Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil: “Contagi aumentano senza freni. Fallita la prevenzione, non resta che gestire l’emergenza. Asp e Regione Basilicata decidano e applichino un preciso protocollo. I sindacati dei pensionati pronti a scendere in piazza”.
Tutti i nostri reiterati appelli per prevenire l’irreparabile nelle case di riposo lucane sono caduti nel vuoto. Alle condizioni attuali, con continui focolai prima a Marsicovetere, poi ad Accettura e adesso anche a Lavello e a Melfi – qui i positivi sono 29 su 34 ospiti – risulta evidente che non si possa più parlare di prevenzione ma soltanto di interventi atti a mitigare le conseguenze nefaste del dilagare del virus nelle residenze per anziani. Siamo fortemente preoccupati per come la Regione e l’Asp stanno gestendo l’emergenza. A oggi non esiste ancora un preciso protocollo da applicare nel momento in cui scoppia un focolaio come nel caso della casa di riposo San Vincenzo De Paoli di Melfi, con contagi che superano anche le 30 persone contagiate tra ospiti e operatori sanitari, come anche a Lavello, per cui chiediamo all’Asp di sapere gli interventi dedicati nel caso specifico, perché non è possibile lasciare tante persone nella totale incertezza.
La Regione Basilicata e l’Asp siano chiari e ci dicano quali sono le strutture dedicate in cui questi pazienti dovranno essere ricoverati e quanto personale ci sia a disposizione. Si susseguono inutili proclami del presidente Bardi in cui si dice tutto per non dire niente: ancora oggi non sappiamo quali siano le strutture covid per sintomatici, paucisintomatici o asintomatici intercettate e soprattutto quando entreranno in funzione; impossibile anche avere informazioni sul fabbisogno di personale necessario per far fronte all’emergenza, con appelli rivolti genericamente a un ipotetico personale sanitario che – c’era da aspettarselo – senza garanzie e certezze deserta i bandi emanati dalle aziende sanitarie locali.
Intanto i nostri anziani continuano ad ammalarsi e a morire nella più completa solitudine, finendo inevitabilmente negli ospedali di Potenza e Matera, che a breve non solo non saranno in grado di ospitare più i pazienti covid delle case di riposo, ma nessun altro paziente grave covid e non. Si sta ripetendo in Basilicata la tragedia che si è consumata la scorsa primavera all’interno delle strutture per anziani in altre regioni. Per questo motivo a breve il sindacato dei pensionati scenderà in piazza per chiedere di mettere in sicurezza le Rsa e rilanciare il sistema sanitario nazionale.
Bisogna intervenire immediatamente, mettendo in sicurezza tutte le strutture e garantendo la presenza di personale adeguatamente formato. Bisogna attuare piani di ricollocamento degli ospiti positivi al virus, che devono essere trasferiti in strutture idonee, per non trasformare le case di riposo in lazzaretti. Occorre inoltre garantire agli ospiti delle strutture la possibilità di restare in contatto con i propri parenti, anche attraverso gli strumenti digitali, perché i danni provocati dell’isolamento e dalla solitudine sono enormi, soprattutto per chi soffre di malattie cronico degenerative come le demenze. Servono sistemi più efficaci di accreditamento, monitoraggio e controllo delle strutture, con un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati. Bisogna ridurre al massimo l’istituzionalizzazione; potenziare e sperimentare forme di residenzialità alternativa, come co-housing e appartamenti solidali; favorire la permanenza delle persone anziane nelle proprie case, assistendole in modo adeguato. E poi la medicina del territorio: assistenza domiciliare, medicina di prossimità. Il sistema va ripensato nella sua totalità. E non dimentichiamoci che non si muore solo di Covid. Ci sono anche altre malattie. Si rimandano le visite, le analisi, gli interventi. Liste d’attesa bloccate, ambulatori chiusi, visite annullate. Nei mesi dell’emergenza Covid migliaia di persone in Basilicata non hanno avuto accesso alle cure. Un quadro drammatico che riguarda soprattutto gli over 65. C’è in ballo la salute non solo dei nostri anziani, ma di tutti i lucani.