Con riferimento al comunicato stampa diffuso dalle segreterie regionali di Slc-Cgil, Fistel-Uil e Uilcom-Uil nella giornata di ieri, la società Datacontact ritiene doveroso esporre con chiarezza le modalità con le quali si sono svolte le consultazioni sindacali propedeutiche alla richiesta di ammortizzatori sociali. Di seguito la nota integrale e la nota già pubblicata dei sindacati Slc-Cgil, Fistel-Uil e Uilcom-Uil.
Occorre innanzitutto rappresentare che la società, in tutte le sue unità produttive di Matera, Potenza e Bari, si è adoperata prontamente e addirittura in anticipo rispetto alle previsioni normative e alla sottoscrizione dell’accordo con le Parti Sociali in sede governativa, relativamente alle misure di prevenzione del contagio negli ambienti di lavoro. Si è proceduto, con solerzia e mettendo al centro la salute dei lavoratori, ad adottare procedure di distanziamento dei lavoratori, di sanificazione degli ambienti, di messa a disposizione di tutte le informative necessarie e delle soluzioni per l’igienizzazione delle mani, informandone compiutamente non solo i rappresentanti sindacali delle categorie TLC per Potenza e Commercio e Servizi per Matera e Bari, ma anche direttamente i lavoratori attraverso i canali di comunicazione interna aziendale.
La società ha realizzato un significativo investimento in risorse tecnologiche (dispositivi elettronici, server, firewall, connettività) per consentire l’estensione massiva dello smart working che attualmente coinvolge oltre 600 lavoratori, verosimilmente unica società lucana con questi numeri, in una modalità nuova di lavorare, che richiede, per la sua natura, disponibilità, collaborazione, fiducia.
È stata attivata una copertura sanitaria specifica per danni da Covid per tutti i dipendenti della società, come autonoma e giusta attenzione ai rischi dei lavoratori.
Nonostante tutte queste azioni, preventive e di riorganizzazione delle attività, numerosi servizi di contact center svolti dalla società hanno visto sensibilmente ridursi il numero di contatti in ingresso, con la conseguente nascita di esuberi temporanei, e strettamente legati all’emergenza Covid 19, sul perimetro dei suoi servizi svolti. Questo è accaduto anche per quanto attiene le attività svolte per conto della Regione Basilicata nell’ambito del Contact Center sanitario che ha visto un crollo di circa il 70% dei contatti in ingresso a fronte delle doverose misure di chiusura delle prenotazioni delle prestazioni sanitarie, limitandole a quelle non differibili.
A fronte di questa situazione, e alla luce dei provvedimenti straordinari di sostegno alle aziende emanati dal Governo centrale, la società ha avviato con rispetto e correttezza il confronto con le rappresentanze sindacali che è iniziato nella seconda metà di marzo, con la conclusione di accordi sindacali per l’accesso alla CIG per quanto riguarda i siti produttivi di Matera e Bari, mentre per quanto riguarda la sede di Potenza, di esperita consultazione senza accordo, anche a seguito della scelta sindacale di sottoporne il contenuto alla consultazione dei singoli lavoratori.
In tutte le sedi di consultazione la società ha rappresentato la necessità di procedere con la richiesta di erogazione della CIG direttamente tramite l’INPS, come previsto dalla normativa vigente, non potendo al momento stimare gli impatti sulla liquidità aziendale, anche per ragioni direttamente connesse all’emergenza Covid e alla riduzione dei fatturati, ed in maniera uniforme su tutti i siti produttivi, nel rispetto della uguaglianza di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla sede di appartenenza. Nel contempo è stata altresì manifestata la disponibilità a verificare, con appositi aggiornamenti del tavolo di confronto sindacale peraltro già calendarizzati, l’effettivo andamento della situazione, sia relativamente ai volumi di attività che per quanto attiene l’erogazione degli ammortizzatori sociali, anche in considerazione delle misure di accesso al credito che la società intende avviare quando ne saranno esplicitate le effettive modalità.
Per quanto riguarda la specifica sede di Potenza, per la quale le rappresentanze sindacali hanno ritenuto di diffondere un comunicato non privo di pregiudizi e contenuti non aderenti all’attuale emergenza Covid, si specifica che nell’ambito del contratto con la Regione Basilicata, gestito in RTI con la società Lucana Sistemi e per il quale Datacontact gestisce i servizi telefonici e parte dei servizi di supporto agli Uffici Regionali, sono operative 77 unità, di cui 59 sui servizi CUP e Contact Center e 18 in supporto ai Dipartimenti regionali. È stata prontamente accolta la proposta sindacale di rotazione di tutte le unità dei servizi telefonici sulle misure di cassa integrazione, per consentire a tutti di poter proseguire, seppur parzialmente, l’attività lavorativa in logica di turnazione. È stata avanzata altresì dalla società la proposta di riaprire la sede di Potenza (momentaneamente chiusa proprio per accogliere i timori negli spostamenti dalla propria abitazione dei lavoratori, nonostante le misure di distanziamento e prevenzione fossero pienamente in atto), per consentire anche a coloro che non possono al momento attivare lo smart working in quanto sprovvisti di connettività, di entrare nella turnazione lavorativa. L’avvio degli ammortizzatori sociali per la sede di Potenza è previsto dal 1 aprile, e le erogazioni di ammortizzatori sociali saranno pertanto quelle previste agli inizi del mese di maggio, quando si ritiene che le procedure di normalizzazione dell’accesso alle prestazioni saranno ormai concrete, ed è già stato fissato un nuovo incontro di confronto con i rappresentanti dei lavoratori da svolgersi entro il 24 Aprile, nel quale analizzare eventuali criticità emerse.
In tutte queste fasi la società ha dimostrato rispetto, concretezza, pazienza, ascolto di tutte le istanze, avendo sempre al centro della sua strategia la sostenibilità delle azioni e la fiducia nei suoi lavoratori. Siamo tutti chiamati, in questo momento, ad una prova importante e a leggerne le azioni nella contingenza di questa emergenza. Il tentativo maldestro di inserire nella dinamica di confronto tematiche differenti da quelle attuali, coinvolgendo strumentalmente l’Ente, in un momento così delicato e di grande attenzione alle problematiche sanitarie, su argomenti non direttamente correlati con il contenuto delle attuali emergenze, è fortemente condannato dalla società, nella assoluta convinzione che queste modalità rischiano concretamente di penalizzare, anziché tutelare, il valore del lavoro.
Coronavirus e lavoratori Cup, denuncia Slc-Cgil, Fistel-Uil e Uilcom-Uil e rsu azienda: “Datacontact si rifiuta di anticipare il trattamento di cassa integrazione”
I segretari regionali di Slc-Cgil, Fistel Cisl e UIlcom Uil, Anna Russelli, Antonio Caruso e Giovanni Letterelli e la Rsu Aziendale composta da Giuseppe Ciancio, Assunta Campochiaro e Teresa Mitro in una nota denunciano che “l’azienda Datacontact si rifiuta di anticipare il trattamento di cassa integrazione per i lavoratori del Cup e i sindacati si rifiutano di firmare l’accordo”. Di seguito la nota integrale.
I lavoratori lucani del CUP sanitario, in seguito alla chiusura della procedura di consultazione sindacale, sono in cassa integrazione con effetto retroattivo a partire dal 1 aprile. L’emergenza epidemiologica da Covid 19 ha determinato un pesante impatto sull’attività svolta dall’azienda Datacontact per ciò che attiene la prenotazione telefonica delle prestazioni sanitarie, gran parte delle quali, al netto di quelle indifferibili ed urgenti, sono purtroppo bloccate. La conseguenza è stato un drammatico calo dei volumi di traffico con la conseguente richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali per 56 lavoratori del CUP.
Un momento difficile, delicato, drammatico per tante famiglie, reso ancora più amaro dalla inaccettabile decisione aziendale di non voler aderire alla richiesta dei sindacati di anticipare il trattamento di cassa integrazione ai lavoratori. Le motivazioni addotte dall’azienda sono peraltro davvero incomprensibili e pretestuose. Parliamo di un’azienda sana, plurilocalizzata, che lavora su Potenza ad una commessa pubblica che garantisce ampi margini di profitto ormai da svariati anni. Eppure, la dirigenza di Datacontact, di fronte alla richiesta sindacale di anticipo di una mensilità per le 56 persone attestate sul CUP, balbetta argomenti davvero insostenibili, cui in sindacati hanno inteso rispondere punto per punto anche nella nota a verbale, decidendo di non firmare l’accordo sindacale, forti peraltro della consultazione telematica svolta con i lavoratori interessati, che hanno respinto la possibilità di accordo a larghissima maggioranza.
Relativamente alla dichiarazione aziendale di difficoltà nell’accesso al credito, si evidenzia come il governo nazionale abbia varato una specifica e importante misura (dl Liquidità) per l’accesso al credito per le aziende; relativamente agli “ingenti esborsi” dichiarati dalla azienda per la attivazione massiva dello smart working, si fa presente che, nella quasi totalità dei casi relativi alla Unità Produttiva di Potenza, i lavoratori siano stati dotati della sola unità di sistema ed abbiano dovuto provvedere all’acquisto di tastiere, mouse e monitor o alla messa a disposizione delle proprie personali. Si fa inoltre presente che la Regione Basilicata ha varato nei giorni scorsi un apposito provvedimento per la concessione di contributi a fondo perduto per le imprese che abbiano attivato lo smart working. Le organizzazioni sindacali e la RSU, pertanto, esprimono posizione fortemente critica nei confronti del diniego aziendale a voler trovare una formula di anticipazione del trattamento di CIGD, anche e soprattutto in considerazione del fatto che l’azienda Datacontact, opera in regime di affidatario di commessa pubblica ormai da svariati anni.
È l’ennesima occasione persa da Datacontact per un concreto sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori grazie al cui lavoro l’azienda realizza ingenti profitti, lo ripetiamo, su una commessa pubblica. E’ l’ennesima occasione persa per ricostruire un rapporto con i lavoratori, giustamente delusi e amareggiati. Non si meravigli, poi, il management di Datacontact se dovesse un giorno finalmente realizzare della insanabilità della frattura nel rapporto con i lavoratori, dovuta a queste ed altre vicende, passate e presenti.
Speriamo sia, invece, l’occasione giusta per la Regione Basilicata per aprire un reale confronto sul tema dei costi e delle modalità di gestione della commessa CUP, sull’inquadramento del personale, sull’opportunità di inaugurare una riflessione sui vantaggi della gestione in outsourcing di questo ed altri servizi ritenuti ormai essenziali dalla stessa Regione.