Coronavirus e mondo agricolo, intervento di UCI (Unione Coltivatori Italiani) Matera. Di seguito la nota integrale inviata da Saverio Buono e Gianbattista Dimatteo.
Apprendiamo, dagli organi di informazione, degli esiti dell’audizione, in seconda commissione consiliare, dell’assessore regionale all’agricoltura Fanelli e dell’autorità di gestione del PSR 2014-2020 Restaino.
Nel corso dell’incontro, l’AdG Restaino avrebbe avanzato alcune proposte operative nell’intento di venire incontro al mondo agricolo regionale, gravemente danneggiato dalle vicende del Covid 19. In buona sostanza, tra le altre proposte come la riallocazione di fondi Feasr non ancora spesi per impegnarli a favore di interventi per fronteggiare gli effetti dell’emergenza coronavirus, chiederebbe alla Commissione europea di “semplificare” le procedure previste al fine di consentire modifiche al vigente PSR regionale, la cui programmazione, come è forse noto, scade questo anno. E tanto, anche al fine di anticipare talune voci di spesa che dovrebbero essere incluse nella prossima programmazione 2021-2027. In altri termini, se abbiamo ben compreso, la Regione Basilicata vorrebbe emettere già nel corso del corrente anno bandi per misure, contemplate nella attuale programmazione ovvero da inserirsi, da remunerarsi con i fondi della nuova.
Ora, per stare al resoconto delle notizie di stampa, l’autorità di gestione disporrebbe di ben 57 meuro per misure da mettere a bando. E’ indubbio che con quelle risorse potrebbe essere attuato un programma di ristoro a favore del mondo agricolo regionale. A noi dell’UCI, ma riteniamo non solo a noi, ci piacerebbe, per il ruolo di stakeholder che rivestiamo, avere maggiori informazioni in proposito dall’assessore, oltre che dall’autorità di gestione prima di esprimere giudizi.
Diversamente, invece, non ci persuade l’idea di impegnare le risorse della nuova programmazione già oggi per una serie di ragioni. Alcune anche elementari. Intanto la Regione dispone già (a giugno 2020) di una dotazione significativa di 57 meuro, sopra richiamati, che potrebbe essere utilmente utilizzata. Inoltre, limitatamente alle misure cosiddette a superficie dispone ancora di somme per un significativo arretrato da azzerare che si devono sommare con la spesa delle domande 2020, che saranno presentate nei prossimi giorni. In altri termini, già oggi il Dipartimento è in grado di far affluire al mondo agricolo regionale risorse finanziarie della vigente programmazione. Ancora, anche la Commissione europea intende mettere a disposizione delle agricolture comunitarie fondi dello sviluppo rurale. Non se ne vede l’utilità di drenare risorse del nuovo PSR.
Ma vi sono, a parere dell’UCI anche altre ragioni che dovrebbero indurre ad una più attenta riflessione. I regolamenti comunitari che presiedono alla nuova Politica agricola comunitaria introducono significative novità rispetto al passato, che meritano di essere attentamente valutate. Ne evidenziamo due. La prima è rappresentata dal cosiddetto “piano strategico della PAC” (Titolo V). In altre termini, la programmazione vedrà l’attivo coinvolgimento delle Regioni nella scrittura di un unico Piano di sviluppo rurale che senza voler azzerare le prerogative e le scelte regionali in materia in ambito territoriale (forse) eviterà agli agricoltori con aziende transfrontaliere di dover di dover seguire regole ed obblighi diversi per la medesima misura (biologico, integrato, semina su sodo etc.)
L’altro aspetto importante è il nuovo approccio comunitario ad una riduzione dei controlli burocratici, che spesso risultano asfissianti, da ostacolooltre che improduttivi. Nel precipuo interesse degli agricoltori ma, a nostro parere, anchedei funzionari regionali. Infatti. La relazione di accompagnamento al regolamento precisa che il nuovo modello di attuazione determinerà una riduzione della burocrazia per i beneficiari ed un passaggio ad una politica basata sui risultati. Più oltre, meglio specifica che la Commissione vuole un passaggio: “dalla garanzia della legittimità e della regolarità delle operazioni sottostanti alla garanzia dei risultati”.
Di fronte ad un cambiamento epocale, come si preannuncia, ci domandiamo se valga veramente la pena anticipare importi della nuova programmazione da gestire con le regole di quella in essere?
Regole che vedono UECA ancora in difficoltà.