La segreteria regionale Fit Cisl contesta l’ordinanza del governatore lucano Bardi sul trasporto pubblico locale. Di seguito la nota integrale.
L’ordinanza n.22 emanata da Bardi è incomprensibile e danneggia ulteriormente i lavoratori- dichiara la Segreteria Regionale della FIT-CISL- il DPCM emanato dal Governo Nazionale, già aveva fatto scattare negli addetti ai lavori un campanello di allarme, ma il Governo Regionale ha peggiorato quanto previsto dal Presidente Conte.
Gli autoferrotranvieri di Basilicata, vengono vessati da ormai più di un anno, con continui ritardi nell’erogazione del salario e addirittura tre procedure di licenziamento.
Come se questo non bastasse con l’arrivo del Covid-19, gli stessi sono stati abbandonati al proprio destino, senza nessuna tutela reale da parte della Regione Basilicata.
Più volte la FIT ha espresso la necessità di un protocollo unico e stringente per evitare che i bus diventassero un vero e proprio focolaio, ma i nostri appelli come quello di effettuare il test ai lavoratori o il controllo delle operazioni di contrasto al Covid, sono rimaste inascoltate.
Vengono date linee guida, dove il controllato diventa il controllore, e non si pensa al riflesso che questo avrà su circa 1300 famiglie.
La Regione in questi giorni si è affannata per cercare di accogliere le proposto dei lavoratori della FIAT, ma ha lasciato inosservate le rimostranze degli Autoferrotranvieri.
La FIT-CISL ha richiesto che vengano ripristinate le intere percorrenze del TPL Regionale, dato che le stesse sono le percorrenze minime previste da contratto, è assurdo e inspiegabile che con l’ordinanza di oggi il Presidente Bardi non ripristini tutte le linee, ma lasci ai vettori la decisione su quali linee sono indispensabili.
Tale atteggiamento è stato segnalato nella giornata di venerdì alla Procura della Corte dei Conti, considerato che la Regione inspiegabilmente continua a dare un servizio ridotto nonostante l’Art.92 del DPCM 18/2020 gli impone il pagamento per intero dei corrispettivi.
A rimetterci di tale immotivata scelta saranno i cittadini Lucani che non si vedranno garantire il diritto alla mobilità, e gli Autoferrotranvieri che continueranno a perdere quota parte di salario rimanendo schiavi di ammortizzatori sociali utilizzati in qualche caso in maniera dubbia e artefatta.
Ieri -conclude il comunicato- abbiamo proclamato lo stato di agitazione di tutti i 1300 Autoferrotranvieri di Basilicata, sperando che i Prefetti di Potenza e Matera prendano provvedimenti in merito alla questione, proprio come riportato nelle competenze assegnategli dal Ministero degli interni.