Coronavirus, fase 2, il 27 aprile riparte attività indotto FCA, le preoccupazioni di Fiom Cgil Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Dopo circa un mese di fermo produttivo per l’emergenza COVID 19, FCA ha dichiarato alle organizzazioni nazionali che il 27 aprile dovrà ripartire la produzione per cinque stabilimenti italiani, tra cui quello di Melfi per sperimentazione produzione Compass, con il coinvolgimento di circa 1000 lavoratori, seguendo la procedura prefettizia, per poi aprire tutte gli altri siti produttivi il giorno 4 maggio, data in cui il governo darà inizio alla così detta fase 2, dove verranno allentate le misure di contenimento, in vista della graduale ripartenza delle attività produttive e commerciali.
La FIOM CGIL – sostiene Giorgia Calamita, responsabile dell’indotto Fca per la Fiom Cgil – ritiene prematuro l’avvio delle attività produttive, per la mancata pianificazione e indicazioni da parte del governo, di piani completi che possano garantire la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, a partire dalla viabilità, pertanto è impegnata a tutti i livelli e in prima linea per affrontare questa fase di ripartenza che deve avvenire con la garanzia della tutela e la sicurezza di tutti i lavoratori.
La FIOM CGIL Basilicata reputa necessario riprendere il confronto con le aziende dell’indotto Fca e della logistica, avviato già all’inizio della pandemia per approfondire gli accordi siglati sull’applicazione del protocollo del 14 marzo 2020 per la prevenzione e il contenimento del contagio Covid 19 per tutti i 3000 lavoratori, in modo da poter controllare la situazione nei luoghi di lavoro e la corretta applicazione delle norme sulla sicurezza per tutti i lavoratori dell’area industriale.
Ad oggi, solo alcune aziende della logistica non risultano allineate all’applicazione dei protocolli, e per questo motivo , la FIOM CGIL Basilicata denuncerà tale situazione a tutti gli enti competenti affinché l’avvio delle attività produttive avvenga in sicurezza.
La FIOM CGIL – sostiene ancora Calamita – chiede l’implementazione delle misure già previste dal protocollo, con verifiche continue alla presenza dei comitati per l’applicazione concreta delle stesse; igienizzazione e sanificazione periodica, durante il turno, di luoghi e postazioni; mantenimento delle distanze sulle linee e negli ambienti comuni; dotazione kit dpi a tutti i lavoratori (mascherine, guanti e occhiali); misurazione delle temperature prima del turno di lavoro; limitazione degli assembramenti in entrata e in uscita, nelle mense e negli spogliatoi; aumento delle pause per garantire le operazioni di sanificazione, garantire pause a inizio e fine turno. Il sindacato dei metalmeccanici Cgil chiede inoltre la rotazione della cig tra tutti i lavoratori per garantire la maturazione dei ratei e limitare le perdite salariali; il rispetto delle linee guide del protocollo e delle norme di sicurezza in merito alla salute dei lavoratori, superando qualsiasi iniziative unilaterali che potrebbero causare discriminazioni tra i lavoratori; l’individuazione delle modalità per lo svolgimento delle assemblee con tutti i lavoratori.
La Fiom Cgil inoltre sostiene l’importanza della sorveglianza sanitaria, del medico competente, della rappresentanza dei lavoratori della sicurezza così come previsto dal protocollo.
In questi giorni sono state inviate alcune lettere a firma del medico competente di alcune aziende del comprensorio di Melfi, indirizzate ad alcuni lavoratori, nella quale si segnalava il rischio sulla loro condizione sanitaria per le complicanze del contagio da Covid 19, senza dare alcuna direttiva. Tali segnalazioni hanno creato allarmismo e prodotto discriminazioni nei confronti dei lavoratori coinvolti, pertanto si è richiesto il ritiro delle lettere e la ricerca di una soluzione che possa garantire loro salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e il mantenimento del salario.
Per la ripresa lavorativa la FIOM CGIL ritiene indispensabile un piano regionale sulla viabilità per eliminare il rischio contagio, dei lavoratori che usano mezzi pubblici, necessaria la sanificazione e l’intensificazione delle corse.
Il ritardo della regione costringerà i lavoratori a raggiungere i luoghi di lavoro utilizzando le proprie vetture con costi aggiuntivi che non potranno sostenere il basso salario dovuto alla cassa integrazione,che le aziende se ne dovranno far carico.
La FIOM CGIL – conclude Giorgia Calamita – ritiene importante che l’avvio delle attività dell’industria metalmeccanica, avvenga seguendo piani governativi per la ripartenza su tutto il paese, per garantire la tutela e la salvaguardia della salute dei cittadini, necessario, inoltre modificare le strategie industriali future , mettendo al centro il lavoro di qualità con i diritti, fondamentale l’innovazione come volano per il superamento della crisi del settore, oggi aggravata dall’attuale pandemia.