«Bene l’estensione alle imprenditrici artigiane ed imprenditrici di ogni comparto produttivo della possibilita’ di usufruire del voucher baby-sitting che il Governo introduce in questa fase di emergenza sanitaria e che segna il superamento di un’ incomprensibile disparita’ di trattamento tra dipendenti e titolari d’ impresa. Ma per le donne titolari di impresa con famiglia non è sufficiente a risolvere i numerosi problemi di conciliazione lavoro-famiglia acuiti in queste settimane”. Ad affermarlo è Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera e dirigente nazionale delegata per i Movimenti Giovani e Donne. “La contemporanea diffusione dei dati di fonte Unioncamere sulle aziende in rosa in Basilicata – aggiunge – conferma la fondatezza della nostra denuncia sulla mancanza di politiche attive sul fronte del welfare che richiede, per più di 16 mila imprenditrici lucane, azioni e provvedimenti anche da parte del Governo Regionale che non può pensare di delegare tutto a quello nazionale”.
Confartigianato ha calcolato che il tasso di occupazione delle donne senza figli e’ pari al 55,5%, ma scende al 52,8% per le donne con figli. Addirittura il tasso di occupazione scende al 44,7% per le donne con figli tra i 25 e i 34 anni. Conciliare lavoro e famiglia è un grande problema per le imprenditrici artigiane: il 44,3% delle nostre associate – sottolinea Gentile – denuncia difficoltà penalizzanti nel dividersi tra gli impegni lavorativi e la cura della famiglia. Perciò cambiare la visione del welfare è la premessa per fornire risposte adeguate ai nuovi bisogni di famiglie e imprese: è un’opportunità per il Paese, un motore di crescita sociale e sviluppo economico. Condizione essenziale per realizzare il nuovo welfare è creare reti che includano aziende, associazioni, organizzazioni sindacali, istituzioni pubbliche, soggetti del terzo settore, fornitori di servizi. Reti che condividano soluzioni, conoscenze, competenze, risorse, costi e rischi. Confartigianato sta seguendo questa strada proponendosi anche come interlocutore delle istituzioni politiche e dei soggetti privati. L’obiettivo è aggregare i soggetti in grado di fornire i servizi richiesti dalle famiglie (certificandone la qualità), inserirli in una proposta organica e codificata e offrirli a condizioni economicamente sostenibili per chi li eroga e per gli utenti che li richiedono”.
“Il dato del calo delle imprese femminile – continua Gentile – è proprio una conseguenza rispetto ad una mancata strutturazione del welfare, in relazione alla conciliazione vita-lavoro, per cui piccole e micro imprese gestite da donne spesso cessano l’attività nel momento in cui le titolari decidono di mettere su famiglia e sono costrette, loro malgrado, ad effettuare una scelta. E’ uno dei punti-cardine in discussione: la necessità di avere un sistema di nuove politiche attive del welfare, che osservi i tempi e le dinamiche delle nostre imprese e apra una rete di sostegno e di accompagnamento in grado di rendere le sfide della vita e del lavoro delle imprenditrici conciliabili e vincenti”.
Mar 06