Riportiamo la lettera aperta di Donatello David, presidente di ADA (Associazione Direttori Albergo) di Basilicata sull’emergenza Coronavirus: “Quando si ritornerà alla normalità”. Di seguito la nota integrale.
L’inaspettato ed improvviso arresto della normale vita quotidiana a cui siamo stati costretti nelle ultime settimane, ci ha obbligati a vivere momenti di solitudine e smarrimento, attimi in cui riflessioni e domande hanno quasi preso il sopravvento. Le risposte che riusciamo a trovare sembrano ancora poco rassicuranti e sicuramente lo scenario futuro si prospetta incerto e a tratti drammatico. A mio avviso, non è questo il tempo delle domande! A tal proposito, vorrei cogliere l’occasione per esprimere la mia personale visione del dopo Covid-19. La quarantena ci ha obbligati ad un nuovo modo di fare istruzione e formazione, ricerca, sanità pubblica, politica, business ed abbiamo anche capito che una visione più Smart ed immediata può portare numerosi benefici e risultati più efficaci ed efficienti in ogni ambito. Tutto è cambiato in queste settimane e tutto ancora può cambiare per un’Italia migliore! Dunque, dopo oceani di parole, promesse, accuse e qualche velata ammissione di responsabilità, auspico, soprattutto per le prossime generazioni, che dopo questa “pandemia da coronavirus” nulla torni più come prima e che il “prima” possa cedere il passo al nuovo. Un nuovo che sappia rigenerare e progettare il sistema paese, che sappia ricostruire il futuro ed in particolare cambiare le regole di un sistema che ingabbia tutto e tutti. Un nuovo sviluppato da menti brillanti e lungimiranti, ricche di orgoglio Italiano, che sappiano affrontare con grinta grandi sfide, intercettare nuovi bisogni, rilanciare il sistema turistico e rinnovare l’ospitalità. Menti che sappiano creare nuovi modelli di promozione e vendita del prodotto “made in Italy” e sappiano colmare il divario tra nord e sud dell’Italia. Il sistema Italia ha bisogno di essere sburocratizzato con un nuovo modello organizzativo ed una nuova visione fatta di meno forma e più sostanza. Servono uomini e donne che sappiano operare e rapportarsi con gli altri con scienza e coscienza, con valori che mirano a ricercare il bene comune, che sappiano governare il potere che spesso entra in conflitto tra la ricerca del piacere o scopo immediato e il piacere posticipato, tra valori egoistici e valori sociali. In conclusione, mi auguro che quando tutto sarà finito, il nuovo che verrà possa avere tutti i presupposti per avviare una trasformazione, seppur lenta, del sistema paese da consegnare alle future generazioni.