“La FIOM CGIL ritiene infondate le dichiarazioni della BUSINESS Logistic rivolte alla nostra organizzazione sul caso del licenziamento illegittimo del lavoratore risultato positivo al COVID 19, con l’unico obiettivo strumentale di stravolgere e spostare l’attenzione sulle loro gravi responsabilità per i fatti accaduti”. È quanto dichiara la responsabile logistica e componentistica del sindacato Giorgia Calamita.
“La FIOM è il più antico sindacato industriale italiano, fondato nel 1901. Da 119 anni rappresenta i lavoratori metalmeccanici garantendo loro miglioramenti delle condizioni di lavoro e di vita, pertanto invitiamo a un ripasso della storia sindacale affinché ci sia il pieno rispetto dei ruoli e dei lavoratori e l’applicazione delle corrette relazioni sindacali nelle aziende della logistica.
Ritirare il provvedimento di licenziamento del lavoratore nostro iscritto è la richiesta che la FIOM rivolge all’azienda – continua – la cui descrizione dei fatti non coincide con quella dichiarata dal lavoratore, tutto documentabile con atti ufficiali.
È tempo che sosteniamo l’importanza dell’applicazione delle norme del protocollo per il contenimento del contagio del virus, la necessaria somministrazione dei tamponi ai lavoratori che hanno avuto contatto con quelli positivi al virus. Diverse comunicazioni inoltrate all’azienda e agli organi competenti esterni dimostrano che abbiamo dovuto sollecitare la Business per effettuare i tamponi e solo dopo l’esito negativo i lavoratori sono rientrati a lavoro.
Il ruolo del sindacato – conclude – è difendere i lavoratori che vengono attaccati illegittimamente. Non è tollerabile il silenzio delle altre organizzazioni sindacali su questa brutta vicenda, sulla quale dovrà fare luce anche la magistratura al fine di ristabilire il diritto del lavoratore e riconoscere la verità. Il sistema degli appalti e sub appalti, nella logistica dell’indotto di Melfi sta producendo solo precarietà e peggioramenti delle condizioni di lavoro e di salario per tutti i lavoratori coinvolti.
Il riconoscimento dei diritti dei lavoratori della logistica è un obiettivo non più rinviabile: bisogna aprire una fase nuova contrattuale, non si può tollerare che a parità di lavoro ci siano condizioni diverse tra lavoratori di serie A e di serie B. Le aziende che operano nell’area industriale di Melfi forniscono i componenti necessari per la realizzazione delle auto, non si conosce però quante siano e quanti lavoratori siano coinvolti, presumibilmente si calcolano all’incirca 1000.
Garantire i diritti a tutti i lavoratori, rappresentarli in modo libero e autonomo per superare la condizione di ricatto e precarietà”.