E’ stato costituita a Potenza l’Associazione “Comitato Lucano RMI-TIS”. Di seguito la nota inviata dal presidente Filippo Arbace Zingariello.
È stata costituita nel mese di novembre 2019, a Potenza, per libero impulso dei beneficiari del Reddito Minimo d’Inserimento e dei Tirocini d’Inclusione Sociale, l’Associazione “Comitato Lucano RMI-TIS”, L’Associazione, che ha carattere volontario, è una struttura indipendente, si propone di analizzare e proporre soluzioni alle problematiche di tipo territoriale e sociale, di promuovere, favorire, diffondere e sviluppare attività di carattere sociale al fine di sollecitare la partecipazione, l’impegno e l’azione civile di ogni persona avente diritto sul territorio regionale, sempre ed unicamente nell’interesse del bene comune e dellacollettività. Inoltre, intende perseguire finalità fortemente etiche fondate sulla tutela del diritto al lavoro, riponendo particolare attenzione alle categorie denominate RMI (Reddito Minimo d’Inserimento) e TIS (Tirocini d’Inclusione Sociale), alla tutela dell’ambiente, alla tutela delle fasce deboli ed al miglioramento del benessere generale, della qualità della vita e della salutepubblica.
L’Associazione “Comitato Lucano RMI-TIS” organizza ed attua la prima iniziativa pubblica a Potenza, il 14 dicembre 2019, presso la Sala Convegni della Chiesa della Santa Famiglia di Nazareth, largo Santa Famiglia, 2, ore 17,00, un Incontro/Convegno sul tema “lavoro reddito dignità”.
L’Incontro/Convegno vuole affrontare il tema della disoccupazione involontaria, che interessa soprattutto il SUD Italia e, quindi, la nostra regione, la crescita della disoccupazione, infatti, riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge tutte le classi d’età tranne i 25-34enni. Il tasso di disoccupazione sale di 0,3 punti percentuali al 9,9% (fonte ISTAT).Il SudItalia è l’area europea con la più bassa percentuale di persone che hanno un lavoro. Secondo i dati pubblicati da Eurostat, quattro delle cinque Regioni dell’Unione europea con il più basso tasso di occupazione sono nel Meridione: Sicilia (regione in cui la percentuale di persone occupate è il 44,1%), Campania (45,3%), Calabria (45,6%) e Puglia (49,4%). A fronte di una media europea di lavoratori impiegati del 73 %, in queste quattro Regioni soltanto meno della metà delle persone tra 20 e 64 anni ha un’occupazione. Messa peggio di loro soltanto Mayotte, un territorio d’oltremare francese in Africa, vicino al Madagascar. La situazione non cambia sostanzialmente in Basilicata, dove sono oltre 1.600 gli over 40 lucani che non lavorano. Una platea che va a incrementare l’esercito dei «nuovi poveri» in Basilicata dove lavora soltanto il 66% di coloro che hanno una età compresa tra i 35 ed i 44 anni, contro il 76% dell’Italia e l’80% dei Paesi dell’Ue. Analoghi scarti riguardano gli altri segmenti sociali in età adulta. Sono, però, di dati sovrastimati per la Basilicata: l’occupazione nasconde molti anziani che lavorano in agricoltura con bassi livelli di produttività, in condizione di sostanziale sottoccupazione.Siamo di fronte ad una piaga sociale, la disoccupazione «matura», che nasce fondamentalmente da una discriminazione, di cui ancora non esiste piena consapevolezza. Il numero dei disoccupati tra i 35 ed i 65 anni è in costante aumento. Le offerte di lavoro, le poche disponibili, sono quasi esclusivamente riservate agli under 35 grazie anche agli sgravi fiscali previsti. È questa una discriminazione anagrafica. Per tutti i «disoccupati maturi» è già stato coniato un nuovo termine, esuberati, sulla scia degli esodati: senza lavoro, con qualche capello bianco in più, che crisi, mobbing e incentivi all’esodo hanno indotto ad uscire dal mondo dell’impiego e a rimanere senza stipendio e senza pensione (per alcuni ancora troppo lontana). È l’ennesima, complicata questione che, stavolta, riguarda quelle persone che si trovanosenza entrate mensili e con un’età anagrafica «bocciata» dalle aziende.
Per venire incontro alle esigenze di questa frazione di «disperati» basta l’introduzione del reddito di cittadinanza? L’Associazione “Comitato Lucano RMI-TIS” non può che rispondere negativamente alla domanda, poiché reputa necessario incidere dal punto di vista dell’approccio culturale, promuovendo una campagna presso le aziende, di sostegno al lavoratore «maturo» per restituire valore produttivo, dignità e utilità a chi ha più di 40 anni; sfruttare la “ricchezza” derivante dalle estrazioni petrolifere, creando posti di lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni(in cui, peraltro, RMI e TIS già offrono il loro servizio, che, in alcuni casi, è diventato, oltre che necessario, insostituibile) e, così, a cascata immettere denaro nell’economia cosiddetta “di vicinato”, favorendo indirettamente anche le PMI. L’iniziativa vuole evidenziare il merito, la formazione ed il ruolo dei “lavoratori”, impegnati nei vari Progetti del Reddito Minimo d’Inserimento e dei Tirocini Sociali d’Inclusione.
Nov 24