A settembre 2015 il tasso attivo effettivo sui finanziamenti per cassa a imprese artigiane è pari a 5,26%, in calo di 91 punti base in un anno. I tassi più alti in otto regioni del Mezzogiorno: Calabria (8,53%, -46 p.b. in un anno), seguita da Sicilia (7,39%, -58 p.b. in un anno), Sardegna (7,20%, -84 p.b. in un anno), Molise (7,15%, -23 p.b. in un anno, Puglia (7,14%, -61 p.b. in un anno), Campania (7,06%, -77 p.b. in un anno), Abruzzo (6,44%, -102 p.b. in un anno) e Basilicata (6,29%, -74 p.b. in un anno). Il credito per una impresa calabrese costa 407 punti base in più rispetto ad una impresa del Trentino-Alto Adige. Il gap del costo del credito tra imprese del Mezzogiorno e quelle del Centro-Nord è pari a 215 punti base. Sono dati dell’Ufficio Studi Confartigianato (su elaborazione Banca d’Italia e Artigiancassa) che – commenta Rosa Gentile, vice presidente nazionale di Confartigianato con delega al Mezzogiorno – esprimono compiutamente il divario del credito tra Sud e Nord.
Sempre a settembre 2015 in tutte le regioni si osserva una discesa dello stock dei prestiti all’artigianato: la flessione meno accentuata è quella della Valle d’Aosta con il -0,9%, seguita dalla Toscana con il -2,5% e dalla Sardegna con il -3,1%. All’opposto le riduzioni più marcate sono quelle di Abruzzo (-8,1%), Basilicata (-6,9%) ed Emilia-Romagna (-6,1%). Pur in contesto di diminuzione dei prestiti all’artigianato diffusa sul territorio si osserva che in sette regioni su venti – che sommano prestiti per 22.583 milioni di euro (49,5% del totale) – la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato migliora o è stabile rispetto a quella registrata nel trimestre precedente ed in particolare in Piemonte la flessione si riduce di 1,3 punti percentuali5, in Friuli-Venezia Giulia di 0,8 punti ed in Toscana di 0,3 punti. Il trend congiunturale peggiora in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Le dichiarazioni di ottimismo del sistema bancario italiano – sottolinea Gentile – si scontrano pertanto con la realtà vissuta dagli imprenditori. Noi, il rilancio dei prestiti alle imprese non lo vediamo ancora: del resto, 106 miliardi in meno di finanziamenti negli ultimi 4 anni la dicono lunga su quanto c’è da recuperare. Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi e in confronto a quanto avviene nella media europea. Un presupposto fondamentale per la ripresa consiste nella fiducia che le banche accordano ai progetti di investimento degli imprenditori. La nostra è una richiesta molto semplice: più sostegno per il sistema imprenditoriale che continua a vivere una fase difficile. Non c’è ripresa senza credito.
Inoltre sempre secondo il Rapporto Confartigianato al III trimestre 2015 l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti è pari al 16,8% con una maggiore incidenza nelle Costruzioni (27,6%), seguite dal Manifatturiero (16,4%) e dai Servizi ad altri (13,9%). Il maggior peso delle sofferenze nelle Isole (24,3%), seguite da Sud (22,9%), Centro (20,2%), Nord-Est (14,6%) e Nord-Ovest (13,3%). Le sofferenze sono oltre un quarto dei prestiti in Molise (27,0%), Calabria (26,9%), Basilicata (26,0%) e Sicilia (25,3%), mentre all’opposto sono meno di un decimo dei prestiti in Valle d’Aosta (8,4%) e Trentino-Alto Adige (8,8%). In 24 province su 110 le sofferenze sono oltre un quarto dei prestiti e si supera la quota del 30% a Reggio Calabria (35,3%), Trapani (32,6%), Carbonia-Iglesias (32,3%), Matera (30,6%) ed Isernia (30,3%). All’opposto le sofferenze sono meno di un decimo dei prestiti a Provincia Autonoma di Bolzano (5,4%), Sondrio (7,2%), Trieste (7,8%), Ancona (8,4%), Cuneo (9,6%), Lodi (9,6%) e Ravenna (9,9%).
Feb 27