Sono numerose le aziende agricole in Basilicata che possono accedere agli incentivi e alle misure previste dalle disposizioni su credito imposta, legge Sabatini e credito imposta sud italia, in particolare per ammodernare il parco macchine, per l’innovazione tecnologica e strumentale. Ad evidenziarlo è Cia-Agricoltori Basilicata che ha tenuto insieme a Cia Calabria e Puglia un webinar su questi temi, aperto dal direttore Cia Potenza e Matera Donato Distefano e concluso da Massimo Bagnoli Responsabile Fiscale Cia nazionale, con oltre 500 contatti.
Si pensi solo agli effetti positivi in Basilicata – ha sottolineato Distefano – per la sostituzione di trattori, attrezzature e macchine per trasformazione dei prodotti agricoli con mezzi più moderni, tecnologici e a bassa emissione CO2. Non si sottovaluti che la principale causa di infortunio sul lavoro nelle aziende agricole lucane, con numerose morti, resta il ribaltamento del trattore (con il 72 per cento dei casi) seguita, con il 12 per cento, dagli investimenti con mezzi agricoli, soprattutto a causa di un parco di automezzi agricoli vecchio e obsoleto, oppure di non adeguata preparazione alla guida del trattore”.
La Cia da tempo ha proposto “un provvedimento per la rottamazione dei vecchi automezzi agricoli e di aiuti per l’acquisto di automezzi nuovi”, per svecchiare un parco macchine complessivo da 1,5 milioni di trattori con un’età media di 25 anni che si rinnova a un tasso di 20mila unità all’anno.
Con i nuovi provvedimenti nazionali vengono premiate la determinazione e la perseveranza di Cia, che ha sempre rivendicato la necessità di estendere per equità anche al settore agricolo gli incentivi Industria 4.0, misura strategica per la politica imprenditoriale del Paese. In Basilicata presso le 20 sedi CIA da tempo sono stati attivati Sportelli Impresa per offrire consulenza ed assistenza tecnica, affiancare imprenditori e aziende alla realizzazione degli investimenti e alla corretta procedure per compensazione e benefici anche per rispondere alla sostenibilità che la Ue sosterrà e premierà.
Il Piano di Impresa 4.0, ideato con la scopo di creare un ambiente favorevole alle imprese, è una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale: il Piano prevede un insieme di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e per la competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi.
Per quanto riguarda il costo del Piano, stimato dai tecnici del Misecirca 25 miliardi, è prevista in legge di bilancio l’istituzione di un fondo ad hoc che attingerà alle risorse del Recovery Plan.
Rispetto all’ipotesi iniziale, sono presenti alcune novità: il nuovo piano che entrerà in legge di bilancio prevede la copertura degli investimenti effettuati fino al 2022, con la possibilità di consegna del bene fino a giugno 2023 in caso di pagamento di un acconto di almeno il 20%, e la riduzione del periodo di compensazione del credito d’imposta a tre anni e a un anno per aziende con ricavi fino a 5 milioni che comprano beni non 4.0.
Nel caso di beni strumentali funzionali alla digitalizzazione diventa possibile fruire del credito d’imposta già dall’anno di investimento, mentre per i beni strumentali non rientranti nell’insieme dei 4.0, aliquota solo per il 2021 salirà al 10% per imprese con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni.
Per il credito d’imposta sui beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati restano le due fasce di incentivazione, distinte in base alla quota di investimenti, ma con alcune novità. Nel 2021, per la prima fascia il limite di investimento salirà da 2,5 a 4 milioni e l’incentivo fiscale dal 40% al 50%, poi nel 2022 si tornerà ai livelli attuali. Per la seconda fascia, invece, nel 2021 la quota di investimenti passerà da 4 milioni a 10 milioni, il beneficio salirà dal 20% al 30%, per ritornare nel 2021 all’intensità attuale.
Ritornano anche gli incentivi per investimenti oltre 10 milioni (e fino a 20 milioni), con aliquota del 10% sia per il 2021 sia per il 2022. Per i software 4.0, solo nel 2021, l’aliquota aumenterà dal 15% al 20% e il massimale da 700mila euro a 1 milione.
Per quanto riguarda ricerca, sviluppo, innovazione e design è prevista un innalzamento delle aliquote e i massimali, in particolare:
• per ricerca e sviluppo: aliquota da 12% al 20%, massimale da 3 a 5 milioni;
• per innovazione tecnologica: aliquota dal 6% al 10% (fino al 15% per progetti legati a sostenibilità economica e digitale), con massimale da 1,5 a 3 milioni;
• per attività di design e ideazione estetica: aliquota dal 6% al 15%, massimale da 1,5 milioni a 3 milioni.
• Novità in arrivo anche per il credito d’imposta formazione 4.0: tra i costi ammissibili rientreranno le spese dirette per la formazione dei dipendenti e degli imprenditori
Feb 12