Regalare cibo e prodotti alimentari a Natale sembra essere sempre più integrante della tradizione natalizia italiana. Un regalo che è simbolo di piacere e che vuol dire, anzitutto, tradizione e famiglia. A rivelarlo una ricerca condotta da Swg, che ha indagato sul rapporto tra gli italiani e i regali di prodotti alimentari. Dalla ricerca emerge che più di 1 italiano su 2 – quasi il 60% della popolazione – afferma di regalare del cibo in occasioni come il Natale e circa l’80% dichiara di gradire prodotti alimentari come dono.
Soprattutto per le fasce d’età centrali (35-54 anni d’età) regalare cibo è una opzione presa in considerazione con una certa regolarità, non solo a Natale, ma anche per fare una sorpresa o per altre occasioni particolari.
Tra i regali particolarmente apprezzati, quasi il 60% degli intervistati indica “un buono per una cena o un pranzo da consumare presso la propria abitazione” con punte di oltre il 64% tra i 25-34enni e al Sud. In testa alle preferenze i prodotti alimentari (78%), davanti a un dolce o dessert (66%) e una bottiglia di vino o altri alcolici (67%). Per il 17% del campione, un anno di delivery è considerato uno dei migliori regali culinari che si possono ricevere.
Ma cosa ‘significa’ per gli italiani regalare cibo? Per il 29% delle preferenze un prodotto culinario è simbolo di piacere, per il 21% significa ‘famiglia’ e il 20% lo lega al concetto di tradizione. Un regalo sentito dunque, ma non eccessivamente intimo, ancora più gradito se è qualcosa di diverso da quello che si è abituati a mangiare (42% delle risposte), che non si è in grado di cucinare (33%), da condividere come una torta (28%) o tipico del Natale (26%).
In questa fase delle festività entra in campo Agridelivery- Consegna a domicilio dagli Agricoltori Italiani con una quindicina di aziende agricole lucane attive attraverso il sito www.dalcampoallatavola.it . Bastano pochi secondi per individuare una delle oltre 15 aziende delle due province aderenti e più vicina e scegliere le materie prime di stagione o i prodotti, che saranno consegnati a domicilio nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dal governo per cercare di contenere la diffusione del Coronavirus. Si completa e si integra così il tradizionale progetto “la spesa in campagna” e si punta a favorire inoltre l’incontro tra città e campagna, attraverso la valorizzazione dei territori rurali. Non solo. E’ una risposta alle esigenze più volte espresse dai cittadini di voler acquistare prodotti agricoli a prezzi ragionevoli. Cosa che nelle fattorie è sempre possibile.
La vendita online è un’importante opportunità per le piccole e medie aziende agricole provate dalle conseguenze della pandemia e in generale per le imprese che operano in zone montane o nei territori interni.
Il progetto Prodotti Dal Campo Alla Tavola, realizzato con il sostegno di J.P. Morgan, consente a CIA di costruire una nuova comunità di relazioni, in cui il cibo è l’intermediario tra i produttori e la società.
Il marketplace dal campo alla tavola sviluppato da Cia nell’ambito di un ampio progetto, rappresenta un canale di vendita alternativo, fondamentale per le imprese agricole e per tutta la filiera, con l’obiettivo di ridurre le barriere di accesso all’e-commerce attraverso una piattaforma di settore e un programma di formazione per gli agricoltori che desiderano sviluppare le competenze digitali necessarie per vendere online facilitato da una formazione erogata dall’associazione agricoltura è vita.
Il progetto, nato in risposta alla pandemia, rappresenta l’evoluzione del progetto a sostegno della vendita online per i produttori agricoli nelle aree terremotate del Centro Italia, lanciato dalla Cia con il sostegno di J.P. Morgan nel 2017.
Gli obiettivi di Cia includono: proteggere e sviluppare aziende agricole, agricoltori e operatori del mondo rurale e dell’agricoltura più in generale; proteggere il reddito agricolo, nonché i diritti civili, la dignità e il diritto di condurre un’impresa degli agricoltori; rafforzare il ruolo dell’agricoltura nell’economia italiana, non solo come settore produttivo, ma come patrimonio del nostro territorio, salvaguardare le risorse ambientali e culturali e del paesaggio; migliorare la competitività delle imprese agricole su indicatori interni sia europei che internazionali; sviluppo e promozione del mondo rurale; e convincere la società del valore culturale della terra, considerandola un bene pubblico limitato e non rinnovabile.