Un segnale di fiducia per la ripresa economica in provincia di Matera viene dalle imprese guidate da donne. Sono 5285 le aziende guidate da imprenditrici, con un saldo positivo di 32 nuove imprese tra il 2011 e il 2012 ( +0,55 per cento) come confermano i dati rilevati al 31 dicembre 2012 dall’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere. E’ il comparto agricolo con il 37,9 per cento e 2455 addetti il settore dove è più numerosa la presenza delle “capitane d’impresa”, seguito dal commercio (23,2 per cento e 1420 persone impiegate), dalle costruzioni (11,4 per cento e 187 addetti)), dai servizi (5,9 per cento e 301 dipendenti)) e dal turismo (5 per cento e 296 addetti). La forma giuridica più rappresentata riguarda le imprese individuali (134), capitali (11), seguita da quelle di persone (7). Le iscrizioni rapportate al 4° trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono state, in valore assoluto, 90 nel comparto agricolo, 19 in quelle del commercio, 8 in quelle dei servizi e 7 nel settore turistico con variazioni percentuali che hanno risentito dello stato di crisi generale. Su questi dati il nuovo Comitato per l’imprenditoria femminile, presieduto da Dina Tantulli, attivo sul territorio all’interno della Camera di Commercio, ha avviato un proficuo confronto per avviare iniziative in grado di stimolare la crescita di ulteriori realtà produttive. Valutando i dati di altre provincie italiane, il Comitato segnala come nella nostra provincia ci sia una propensione a creare imprenditoria femminile, testimoniato dal fatto che se il mondo del lavoro fa fatica ad offrire opportunità adeguate, le donne comunque non si sentono inferiori ai loro compagni uomini e dimostrano una voglia di affermazione anche superiore, decidendo di avviare una propria attività economica indipendente. I dati sull’ imprenditoria dimostrano che il mettersi in proprio di tante donne è un fattore fondamentale di crescita e di sviluppo ed aiuta l’Italia a recuperare in termini di qualità e soprattutto di produttività, proprio ciò che più manca al Paese.
“Ora però è necessario – afferma il Comitato- che questo potenziale femminile (economico!) possa riuscire ad esprimersi meglio e nel giorno della festa della donna, crediamo che si debba riflettere sulle cause che limitano la partecipazione femminile al mercato del lavoro che poi si traduce in un basso livello di benessere. Anzi, pensiamo che si sia già riflettuto abbastanza e che è ormai ora di azioni concrete, è ora di mettere in campo strumenti particolarmente utili per favorire la partecipazione delle donne al mondo delle imprese, basta guardare agli altri paesi all’estero per rendersi conto, per esempio, che dove sono presenti adeguati servizi di cura c’è una elevata percentuale di donne attive. Ci impegnamo a favorire l’ingresso e la qualificazione delle donne nel mondo imprenditoriale, a promuovere indagini conoscitive sulle realtà locali per individuare opportunità di accesso delle donne nel mondo del lavoro, a mettere a punto iniziative per lo sviluppo dell’impresa femminile. Tutto il nostro impegno non può fare a meno del sostegno delle Camere di Commercio, del coinvolgimento dei soggetti locali, regionali, nazionali per azioni più efficaci, in coerenza con i principi sanciti dall’Unione europea, che restano in Italia ancora sostanzialmente inapplicati. Questo è il nostro appello per l’8 marzo per rafforzare il ruolo della donna nelle politiche di sviluppo del Paese’’.