In attesa del tavolo tecnico sulla crisi cerealicola convocato per mercoledì 20 luglio a Roma dal Ministro Martina il coordinatore nazionale GIE (Gruppo Interesse Economico) cerealicolo e dirigente regionale della Cia Leonardo Moscaritolo ha partecipato ieri all’audizione in XIII Commissione Agricoltura della Camera, consegnando un documento di proposte al Presidente della stessa on. Sani.
Queste in sintesi le proposte prioritarie per affrontare il crollo dei prezzi (un quintale di grano duro è pagato 18 euro al produttore)che colpisce i cerealicoltori italiani: velocizzare l’attuazione delle misure annunciate nel Piano cerealicolo nazionale con provvedimenti mirati che possano andare incontro alle esigenze degli agricoltori come ad esempio potenziare i centri di stoccaggio e favorire una maggiore aggregazione dell’offerta; incentivare accordi e contratti di filiera capaci di garantire una più equa ridistribuzione del valore; proseguire la massima trasparenza delle borse merci con un ruolo maggiore dei rappresentanti degli agricoltori; rendere più trasparente la valutazione di mercato facendo diventare obbligatoria (e non facoltativa) la comunicazione delle scorte da parte degli operatori commerciali ed industriali; verificare presso il Ministro dell’Agricoltura la possibilità di sospendere temporaneamente le autorizzazioni alle importazioni in regime d TPA (traffico di perfezionamento attivo) per evitare ulteriori speculazioni; impegnarsi affinchè la PAC, oggi in periodo di revisione, possa incentivare strumenti come i fondi mutualistici per la stabilizzazione del reddito.
“Con il presidente della Commissione on. Sani – riferisce Moscaritolo – abbiamo concordato sulla priorità di contrastare la caduta del prezzo del grano duro, che rischia di indurre la progressiva marginalizzazione di questa coltura in un Paese che, paradossalmente, esporta il 50% della pasta che produce. Ma che importa più di 2 milioni di tonnellate di frumento duro (35%) su un fabbisogno annuo di poco più di 5 milioni di tonnellate, acquisendoli all’estero per lo più da Paesi appartenenti all’area del dollaro.
Il nuovo Piano Cerealicolo deve ancora essere approvato in via definitiva e, successivamente, dovrà essere applicato, nel frattempo i produttori si trovano in una situazione peggiore di quella già vissuta un anno fa. E’ necessario – dice ancora Moscaritolo- che il governo mostri la volontà, e abbia la necessaria determinazione, di intervenire anche in assenza di un piano nazionale di settore. Bisogna sostenere la redditività degli agricoltori”.
Per la Cia “il settore necessita di una diversa organizzazione di filiera, attraverso il sostegno della qualità, della ricerca applicata al settore agroalimentare, tutti elementi che possono aumentare il potere contrattuale della produzione rispetto alle industrie di trasformazione”. “Senza provvedimenti, per rientrare almeno dei costi di produzione, gli agricoltori saranno costretti a investire meno e quindi a realizzare un prodotto meno qualitativo. Se questo dovesse accadere, a perderne sarebbe tutto il sistema agricolo italiano e con esso il “made in Italy” di cui la pasta è il simbolo più importante”.