Sulla crisi del grano si registra l’intervento del consigliere regionale Roberto Cifarelli. Di seguito la nota integrale.
Crisi di mercato del grano, un’occasione di cambiamento per i consumatori e per lo sviluppo del Mezzogiorno.
La crisi di mercato del grano duro, spente le manifestazioni di alcune sigle sindacali, è un’occasione di cambiamento storico per il settore, per l’economia del nostro territorio e, soprattutto, per la qualità di vita dei consumatori.
La progressiva apertura dei mercati mondiali ha trasformato nel tempo le peculiarità tipiche del nostro grano duro locale, esente da contaminazioni, in una commodities indifferenziata. Un errore grossolano che non ha trovato pronte le istituzioni a implementare politiche di tutela della qualità, se non a parole. Già il Consiglio provinciale di Matera quattro anni fa, su impulso dei movimenti agricoli, approvò un ordine del giorno per valorizzare e tutelare il nostro grano, ma l’iniziativa non ebbe alcun seguito concreto.
Un mercato deregolamentato e selvaggio provoca danni non solo ai produttori, ma alla salute dei consumatori. Se allora l’oggetto dell’ordine del giorno fu quello delle micotossine, oggi i grani importati dall’estero sono caratterizzati dalla presenza di glifosati, metalli pesanti e altri contaminanti dannosi per la salute pubblica, che invece i nostri grani non possiedono.
Innalzare gli standard di qualità per la sicurezza dei consumatori è, dunque, la vera emergenza che dovrebbe allertare ogni singolo cittadino e ogni singolo amministratore responsabile. In ogni famiglia c’è un caso di intolleranza e alcuni studi dimostrano che l’aumento della celiachia è strettamente correlato all’ aumento delle vendite di glifosate, un diserbante usato in prossimità della raccolta negli areali umidi del Canada, della Francia e della Germania per favorire una rapida maturazione della granella, nei territori meno vocati. Le intolleranze e le patologie tumorali negli ultimi venti anni hanno subito una impennata come mai accaduto in precedenza nella storia.
La globalizzazione favorisce quindi l’ingresso nel nostro paese di derrate straniere, prive di regolamentazione e soggette a commerci spesso fraudolenti, con effetti deleteri sulla nostra salute a beneficio esclusivo dei bilanci di qualche multinazionale o di qualche importatore.