La Cgil, Cisl e Uil di Matera, attraverso i rispettivi segretari Eustachio Nicoletti, Giuseppe Amatulli e Franco Coppola, esprimono forti preoccupazioni per la gravissima situazione in cui si ritrova l’industria storica Ferrosud Spa che, nell’indifferenza generale, rischia un epilogo drammatico che potrebbe mettere sul lastrico circa 74 lavoratori e annullare definitivamente un pezzo fondamentale dell’esiguo ma importante tessuto industriale del territorio materano.
Tutto questo nel mentre l’anno 2019 di Matera,Capitale europea della cultura scorre inesorabilmente senza raccogliere le opportunità e le potenzialità che, i riflettori nazionali e internazionali, avrebbero dovuto provocare per rilanciare lo sviluppo di una terra che per tanto tempo ha aspettato un’attenzione concreta e operativa da parte dei rappresentanti politici e istituzionali locali e nazionali.
Invece, aspettando che il MISE decida di rispondere alla richiesta reiterata di convocazione del Tavolo ministeriale aperto alla partecipazione delle istituzionali e delle parti sociali e riscontrando le evidenti disattenzioni dei Ministri della Repubblica che, in questo periodo, assiduamente presenti nella città di Matera, i 74 lavoratori, la RSU e il coordinamento CGIL, CISL e UIL e FIM, FIOM e UILM, per l’ennesima volta si ritrovano a scioperare ad oltranza per due ore al giorno per manifestare il quadro di difficoltà, sia dal punto di vista lavorativo, sia dal punto di vista retributivo.
Di fronte ad una condizione complessa e paradossale che vede da un lato i lavoratori in contratto di solidarietà e alla crisi di liquidità dell’azienda e dall’altra l’acquisizione di nuove commesse per 12 milioni di euro, riesce difficile darsi una spiegazione sul perché i rappresentanti parlamentari e istituzionali non si attivino affinchè la situazione venga studiata adeguatamente e definitivamente e portata al Tavolo ministeriale.
E’ inaccettabile che nel mentre il piano industriale 2017/2026 di Trenitalia presentato alla Stazione Tiburtina di Roma il 26 settembre 2016 all’interno del quale sono previsti circa 94 miliardi di euro di investimenti di cui 73 per le infrastrutture, 13 per i treni e 7 per lo sviluppo tecnologico, oltre che l’incremento occupazionale passando dagli attuali 69 mila a 100 mila nel 2026, la Ferrosud Spa, nonostante le credenziali professionali, debba chiudere i battenti e desertificare ulteriormente l’esiguo tessuto industriale del territorio materano.
Inaccettabile anche che ancora non trovi soluzione l’annosa e atipica vertenza, prevalentemente di natura legale, diventata oramai sindacale che si ritrova a gestire una crisi drammatica che rischia di produrre il licenziamento delle persone che lavorano, vale a dire, la parte migliore di quell’azienda.
Inoltre, è indispensabile fare chiarezza sull’attuale ed effettiva composizione dell’assetto societario della Ferrosud perché rappresenta il prerequisito fondamentale per ottenere risultati concreti ed evitare il ripetersi di gestioni che in questi anni non hanno prodotto esiti positivi.
Aspetto questo fondamentale per strutturare la Ferrosud in modo adeguato e credibile affinchè possa tornare a competere a livello nazionale e internazionale. Diversamente mancherebbero a priori i fondamentali presupposti per il rilancio del sito e qualsiasi opportunità verrebbe vanificata ad origine.
Pertanto, la Cgil, Cisl e Uil di Matera ribadiscono la necessità che i rappresentanti parlamentari territoriali, gli amministratori locali (comunali, provinciali e regionali) si attivino affinchè il MISE risponda urgentemente alla richiesta di convocazione del Tavolo ministeriale e soprattutto vengano approntate proposte e azioni fattive che permettano il rilancio della storica industria che dal lontano 1963 ha contribuito allo sviluppo del settore ferrotranviero del nostro paese.