DOPO IL CRISTO IN MAGLIA AZZURA IL C.S: THALIA PER UN PROGETTO IN OCCASIONE NEL 2015 DEL 50ESIMO ANNIVERSARIO DEL SIMBOLO DI MARATEA
Il Cristo Redentore di Maratea, indossando la maglia della nazionale continua a spopolare sui social network e continua a ricevere centinaia di condivisioni, sino a diventare un’immagine virale della rete. Merito del gruppo promotore del profilo facebook Il Cristo di Maratea, nato nel 2009, che alla vigilia dei Mondiali di calcio ha avuto la geniale idea. Ad essa si intende dare seguito ben oltre l’evento di calcio in Brasile. Per il C.S. Thalia – che se n’è occupato nelle settimane scorse – alimentando dibattito ed iniziative (come quella del vice presidente del Consorzio Albergatori della città tirrenica Biagio Salerno) l’occasione è il 50esimo anniversario che l’icona di Maratea compirà il prossimo anno.
Pochi conoscono la storia: voluta dal Conte Stefano Rivetti, alta 22 m, con un’apertura di braccia di 19 m e un volto largo 3 m, la statua del Cristo è stata realizzata dallo scultore Bruno Innocenti, morto nel 1986. Un protagonista della vita artistica italiana a partire dagli anni ’30 partecipando a importanti rassegne d’arte nazionali e internazionali come la Promotrice di Torino, la Quadriennale di Roma e diverse edizioni della Biennale di Venezia, affermandosi con opere di particolare forza e di notevole lirismo. Iniziata nel novembre del 1963 e terminata nel 1965, è stata realizzata con una struttura di cemento armato ancorata in profondità nella roccia del sottosuolo e rivestita da un impasto costituito da cemento bianco e scaglie di marmo di Carrara. Seconda al mondo per grandezza, dopo la Statua del Corcovado a Rio de Janeiro, ha preso il posto di una Croce Monumentale che era stata eretta nel 1942 per volontà dell’allora podestà Cav. Biagio Vitolo. Il Cristo, dal volto giovane e con la barba appena accennata, avanza lentamente con le braccia aperte e accoglienti verso la Basilica di San Biagio che ha di fronte, in un gesto di protezione verso l’intera comunità. Nel luglio 2013 è stato sapientemente restaurato.
L’operazione su facebook sta colmando una prima lacuna: purtroppo – come sostiene il vice presidente Albergatori Salerno – tantissima gente, anche in Italia, prima non ne conosceva nemmeno l’esistenza. Oggi il numero delle persone che visitano la statua del Cristo Redentore si aggira tra i 400 ed i 450 mila l’anno. Non ho dati certi ma – aggiunge il giovane albergatore – sono sicuramente superiori a questa stima. Sarebbe sufficiente che pagassero 2 euro a persona: almeno 900mila euro all’anno da reinvestire sul territorio, creando anche occupazione con una voce importante nel bilancio del Comune. E questa sarebbe una delle tante possibilità, senza inventarci nulla e senza dover costruire nulla, pur sapendo che sul territorio mancano tantissimi servizi.
Il progetto su cui sta lavorando il C.S. Thalia in supporto agli albergatori ed operatori di Maratea è di realizzare un cartellone di eventi in occasione del 50esimo anniversario del Cristo Redentore di Maratea fondato su un gemellaggio culturale-turistico con Rio de Janeiro. Un’idea semplice – sostiene Arturo Giglio, segretario del C.S. Thalia – che possa trascinare l’immagine di questi giorni per farla diventare la migliore cartolina turistica da spedire in giro per il mondo con l’invito a venire a vedere la seconda Statua del Cristo. E’ evidente che intorno a questa semplice idea bisogna costruire appuntamenti di spettacolo, musica (rigorosamente in stile carioca), cultura, il primo Carnevale carioca-marateota, incontri con scrittori e musicisti brasiliani. Un insieme di iniziative che siamo certi troverà condivisione nel nuovo sindaco e a breve nella nuova direzione Apt. Insomma – dice Giglio – lasciarsi contaminare. Maratea può diventare la capitale della vacanza d’emozione puntando su un attrattore “vero” in un contesto turistico “vero” a differenza di altri attrattori che costano tanti soldi a Regione, Apt, Comuni e producono un flusso turistico limitato in numeri e giornate, fine a se stesso, vale a dire che a parte qualche eccezione (Volo dell’Angelo su tutte) non danno grandi benefici all’economia locale e tanto meno a quella turistica regionale.