Cssel-Uil: “Le riprese apparenti del mercato del lavoro regionale nel grande rischio globale”. Di seguito la nota integrale inviata da Giancarlo Vainieri e Sofia Di Pierro.
I recenti dati Istat disegnano un mercato del lavoro lucano al crocevia tra passato e futuro, tra il ‘non più ed il non ancora’.
Al bilancio espansivo del 2021 si alterna un nuovo ciclo, bruscamente cambiato all’inizio del 2022, con le tensioni e le strozzature nelle catene di fornitura, la crescita dei prezzi, la difficoltà della domanda e l’avvio imprevedibile del conflitto per l’aggressione russa all’Ucraina.
Tre sono i campi di osservazione per il 2021. La media di 189 mila occupati, in crescita di 5 mila unità di lavoro rispetto al 2020, riprendendo i livelli pre-pandemia. Un aumento delle persone in cerca di occupazione (+2mila) ed un numero molto elevato di inattivi, in diminuzione rispetto al 2020 ma che continua a superare i 211 mila.
Ma nella ‘pancia’ di questa apparente ripresa del lavoro si nascondono questioni strutturali, luci ed ombre del mercato e dell’economia locale, marcandone la fragilità. Emblematico è il riassorbimento incompleto dei 15mila posti di lavoro persi con la crisi del 2007. Ed insieme la riduzione delle ore lavorate, le retribuzioni inferiori ed una crescita di tempo determinato e part-time, con la conseguente diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.
Siamo ad una ripresa occupazionale di tipo quantitativo ma poco incidente sulla qualità del lavoro, centrata sul traino dei contratti a termine, sintomo di una ancora flebile e contenuta spinta produttiva delle imprese.
Per l’Osservatorio precariato INPS: i contratti totali sottoscritti nel 2021 sono pari a 56.561, (+14% rispetto all’anno precedente). Di questi 7.705 sono a tempo indeterminato a fronte di 48.861 contratti instabili e precari. Basso è anche il ricorso ai contratti in apprendistato (1.538).
Sono tendenze di una ripresa difficile in una economia come quella lucana fortemente incisa dai fenomeni pro-ciclici dei suoi settori caratterizzanti come l’edilizia, il turismo, la produzione artigianale, l’automotive e l’energia.
La sfida è più diretta alle competenze ed alle politiche pubbliche centrali dello Stato e locali della Regione in tema di lavoro. “Il PNRR spinge forte in materia di politiche attive con il Programma GOL (Garanzia Occupabilità Lavoratori). Mettere la persona al centro di un sistema di servizi per creare lavoro con efficacia per tutti” – commenta Vincenzo Tortorelli, Segretario regionale UIL. “Dai disoccupati più vicini al mercato del lavoro, ai lavoratori che necessitano di un aggiornamento delle proprie competenze e richiedono interventi di riqualificazione, ai soggetti svantaggiati, alle persone con disabilità, ai lavoratori di aziende in crisi, a rischio disoccupazione”.
Sono le nuove questioni sociali configurate nel mosaico del nostro capitalismo. Una “società liquida” che diventa, anche una “società della sabbia” dove rimetterci in cammino “facendo carovana”, nella condizione di grande sospensione per i bagliori della guerra.
Secondo nuovi sentieri, dai piccoli comuni, alle città medie, ai distretti produttivi alla grande oasi urbana. Con un nuovo lavoro sindacale, di territorio e di impresa, in un sistema industriale e manifatturiero che compete nel mondo per filiere produttive, organizzate in grandi piattaforme territoriali d’area vasta, le nostre smart land, funzionanti come fabbriche a cielo aperto. E con i “campioni nazionali”, i gruppi industriali grandi e medio-grandi, che cuciono i legami tra le piattaforme e il mondo.
Un reticolo prezioso avvolge le filiere come quella dell’automotive e del design industriale, nella veste ormai di industria della mobilità sostenibile, articolata nei territori come grande fabbrica dal Piemonte, fino alla Campania ed alla Basilicata. E che ritorna prepotente nella motor-valley dell’Emilia Romagna o al progetto della gigafactory in Abruzzo. Ci vogliono queste visioni forti di politiche industriali di territorio!
Giancarlo Vainieri e Sofia Di Pierro Cssel-Uil