La nascita del fenomeno del “freelancing” non è certo recente anche se, soprattutto negli ultimi anni, è cresciuto in maniera esponenziale il numero di queste nuove figure professionali. Un trend di crescita che sembra inarrestabile se pensiamo che alcune ricerche affermano che, soltanto nel mercato del lavoro americano, i freelance arriveranno a rappresentare circa il 40% dell’intero comparto professionale.
Molto spesso per chi finisce gli studi o per chi si affaccia per la prima volta alla ricerca di un’occupazione, la scelta fra essere dipendenti o liberi professionisti è determinata dalle condizioni economiche del mercato e dalle professionalità richieste dalle aziende. Non sempre però chi diventa freelance lo fa perché non trova lavoro fisso o ha perso quello che aveva.
Sempre più professionisti, oggi, decidono di lavorare da soli per scegliersi in proprio i ritmi occupazionali, i clienti a cui rispondere e le attività da svolgere. Ed è proprio da queste figure e dal loro modo di intendere le professionalità e l’organizzazione che tutti – aziende, manager e dipendenti – possiamo imparare qualcosa.
La prima cosa che imparano i freelance è la cura e la gestione del proprio tempo. Senza strutture organizzative o personale di supporto per gestire documenti, file e appuntamenti, i lavoratori “liberi” devono imparare da soli come strutturare le proprie giornate e gli spazi lavorativi. Un processo di crescita lento e difficile ma che, alla lunga, porterà a risparmiare tempo prezioso da occupare magari in altri impieghi o da dedicare semplicemente al relax. Una volta trovata la strada e i ritmi giusti, il freelance sarà gratificato dalla sua capacità gestionale e godrà dei benefici che ne derivano sul lungo periodo.
L’aspetto che, tuttavia, garantisce al freelance quella marcia in più è l’apertura al mondo esterno e la sua capacità e volontà di formarsi in maniera continuativa. Se per il lavoratore dipendente il momento della formazione è a volte visto come un fastidio (soprattutto a causa dell’organizzazione gerarchica delle realtà aziendali) o semplicemente come un obbligo necessario, per chi non ha contratti fissi l’aspetto formativo è fondamentale per trovare nuovi clienti e per garantire al committente professionalità sempre aggiornate e al passo con l’evoluzione del mercato.
I lavoratori freelance devono il loro successo allo studio e all’aggiornamento continuo. Uno stimolo all’auto-miglioramento paragonabile allo studio continuo dei giocatori professionisti di poker, anche loro veri e propri freelance, alla ricerca di nuove strategie e del miglioramento degli aspetti mentali della propria professione. Ed è proprio la ricerca di stimoli e nuove strategie che dovrebbe essere importata anche nel mondo dei lavoratori dipendenti che molto spesso si sentono arrivati e pensano che tutto si fermi nel momento in cui raggiungono il “posto fisso”, la promozione o un aumento di stipendio.
Un’altra skill lavorativa che gli impiegati dovrebbero imparare dai liberi professionisti è l’abilità nel negoziare. Non tutti i freelance contrattano (alcuni di loro non riescono ad organizzarsi e spesso mettono troppa carne sul fuoco) ma la maggior parte riesce a scegliere i lavori a cui dedicarsi basandosi sull’importanza, sulle modalità di svolgimento, sull’aspetto economico e puntando sulla qualità. Non pensiamo che quello della contrattazione sia un mondo del tutto precluso ai dipendenti: molto spesso, infatti, le aziende apprezzano la capacità critica dei lavoratori, la loro abilità di fare nuove proposte e a proporre strategie imprenditoriali alternative.
Una necessità di vera e propria sopravvivenza per il freelance è la capacità di sapersi reinventare continuamente proponendo nuove idee. Chiunque decide di mettersi in proprio deve saper “vendere” quello che sa fare e stimolare la curiosità di chi dovrà “comprare” il suo lavoro. Anche per i dipendenti c’è spazio per la creatività: provate a proporre nuove idee per qualche progetto o a dare al vostro responsabile suggerimenti per il miglioramento di qualche processo aziendale. Verrete visti con un altro occhio dai superiori e migliorerete la vostra autostima.
Concludiamo con un aspetto che i più credono legato al lavoro dipendente ma che spesso è maggiormente presente nella comunità freelance: la capacità di creare reti di collaborazione. Sebbene nel mondo dei liberi professionisti ci sia un livello di concorrenza maggiore, sono proprio questi ad aver intuito per primi l’utilità di condividere conoscenze e competenze. L’unione fa la forza anche tra chi compete per conquistarsi gli stessi clienti. Una lezione che sembra essersi persa nel mondo del lavoro di oggi.