Le festività natalizie e di fine anno riavvicinano i consumatori ai negozi di vicinato, nonstante le previsioni di vendita non siano ottimistiche. Tra i competitor del piccolo esercizio commerciale in prima fila ci sono i grandi centri commerciali e le attività dell’e-commerce. Per Natale la concorrenza più agguerita viene proprio dal negozio “virtuale”. In Basilicata la crescita di iniziative imprenditoriali e-commerce nel giro di un anno è stata dell’8,5% e, nel giro di cinque (2017-2012) di ben il 95,8%. Con 141 imprese del settore commercio on line censite in Basilicata (91 in provincia di Potenza e 50 in quella di Matera) di cui 14 portali web dedicati (10 a Potenza e 4 a Matera), il negozio “reale” nell’era di Internet ha bisogno di nuove idee. La Confesercenti ha perciò deciso, proprio in concomitanza con le festività, di lanciare la sfida di ‘La bottega nel futuro’, messo in campo insieme a Google per la digitalizzazione e la modernizzazione delle attività commerciali. Un progetto – spiega la nota di Confesercenti Potenza, presieduta da Giorgio Lamorgese – che si rivolge ai negozi di vicinato, che in questo 2018 sono tornati a registrare un rallentamento: a meno di un Natale particolarmente dinamico, per le piccole superfici l’anno si avvia a chiudersi con una flessione del 2% delle vendite.
La frenata del 2018 arriva dopo periodo non brillante. Negli ultimi quattro anni, infatti, i piccoli esercizi hanno perso 1,6 miliardi di euro di vendite. la quota di mercato dei piccoli esercizi è diminuita di 1,5 punti percentuali, passando dal 27,8 al 26,3%. Ed il settore ha perso circa 65mila posti di lavoro, occupati da piccoli imprenditori.
Le prospettive non sono rosee. I consumi rallentano e, tra il 2019 ed il 2021, senza inversioni di tendenza, i piccoli esercizi avrebbero un’ulteriore diminuzione di fatturato di circa 1,2 miliardi. Con l’innovazione digitale, invece, i piccoli esercizi potrebbero meglio difendere la loro quota ed aumentare le vendite di almeno 1,5 miliardi di euro.
Le chiusure di attività commerciali ha portato il numero di esercizi per abitante a scendere a 12,2, un calo dell’1,6% in quattro anni. Il numero di negozi sfitti è aumentato di 50mila unità,arrivando alla soglia dei 650mila esercizi. Una riduzione della rete che ha avuto un impatto anche sulla dimensione socioeconomica dei centri urbani: con la chiusura dei negozi si sono perdute occasioni di socializzazione e posti di lavoro, e le luci spente e le saracinesche abbassate hanno contribuito al clima di insicurezza. Secondo i dati Censis, nonostante il rallentamento delle denunce, il 51% degli abitanti delle aree metropolitane percepisce il rischio di subire un reato.
Dunaque – sottolinea Lamorgese – anche i tradizionali negozi di vicinato ‘fisici’ possono e devono beneficiare del web: con la corretta formazione e utilizzando efficacemente gli strumenti digitali, la rete retail fisica dei piccoli negozi può recuperare grazie ad internet 1,5 miliardi di euro di vendite in tre anni.
L’accordo con Google Italia costituisce la prima fase del processo. Da qualche giorno è cominciata l’operazione che vedrà oltre 20mila imprenditori iscrivere la propria impresa al servizio Google My Business: per dimensioni, tra i si tratta del più grande progetto di digitalizzazione del commercio mai avviato in Italia. L’obiettivo è far dialogare meglio le due Reti, il web e la rete dei negozi: l’iscrizione a Google My Business, infatti, contribuirà alla visibilità online dei negozi tradizionali, segnalandone la posizione sulle mappe digitali come Google Maps e facendoli interfacciare anche con gli assistenti intelligenti come il Google Assistant.
Sul fronte della digitalizzazione – continua Lamorgese -le nostre PMI sono ancora indietro. Molti sono i margini di miglioramento, soprattutto con riferimento all’e-commerce ed alle attività di digital marketing, fondamentali per accrescere la “notorietà” delle piccole realtà produttive e quindi le vendite realizzate sia online che offline. La digitalizzazione per le PMI resta un processo complesso che richiede, da un lato, competenze specifiche da parte degli imprenditori e, dall’altro, la creazione di condizioni sistemiche favorevoli a livello Paese. Per questo Confesercenti metterà a disposizione una rete di esperti, diffusa su tutto il territorio, per assistere e formare gli imprenditori all’utilizzo del servizio.
“Per le PMI la digitalizzazione rappresenta una grossa opportunità anche per allargare il bacino di domanda e cogliere occasioni di sviluppo ulteriore sui diversi mercati”, spiega Patrizia De Luise, Presidente di Confesercenti. “Le nuove tecnologie, infatti, hanno il grande pregio di abbattere distanze e barriere commerciali, allargando gli orizzonti anche a mercati altrimenti difficili da raggiungere. E possono permettere al modello delle botteghe di funzionare al meglio. Dopotutto, il modello dell’eCommerce non è troppo lontano da quello dei bottegai anni ’60, quando si faceva la spesa al telefono: il bottegaio riceveva e trascriveva l’ordine e la merce veniva consegnata a domicilio secondo l’ora indicata dal cliente”.