L’imprenditore materano Antonio Padula segnala una gravissima ingiustizia di cui è vittima a seguito dei lavori per la costruzione della nuova caserma dei Vigili del fuoco di Matera. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Segnalo una gravissima ingiustizia di cui sono vittima in qualità di titolare della mia società (Lopa s. r. l. in liquidazione), unitamente ad altro società materana, pure in liquidazione.
Dopo aver vinto un giudizio importante conseguente ad un esproprio di un bene di proprietà della mia società e del mio socio, e dopo aver ottenuto la determinazione dell’indennità di esproprio in Corte di appello sin dal dell’11.09.18, pubblicata in data 23.10.18, passata in giudicato e, quindi, divenuta irrevocabile, a tutt’oggi non ho ottenuto il pagamento delle somme dovuto dallo Stato.
Ad oggi si discute di una indennità di esproprio dovuta alle parti in € 860.100,00 maggiorata degli interessi legali dalla data dell’esproprio (decreto di esproprio n. 6710 del 24.07.07) e sino alla data del deposito medesimo.
Ad oggi, risulta già depositata presso la Ragioneria Territoriale di Potenza/Matera la somma di €385.690,80, come si evince dalla corrispondenza inviata a mezzo pec dal Direttore della Ragioneria anzidetta e dal Ministero/Provveditorato alle Opere Pubbliche, che è pari al primo deposito amministrativo eseguito a titolo di indennità provvisoria sin dal 23.07.07, al quale devono aggiungersi gli interessi legali, nonché l’ulteriore somma di €474.409,20, con gli interessi legali da calcolarsi, per il deposito definitivo liquidato e da versare a seguito della sentenza.
In tutto, la somma da corrispondere è pari a complessivi €1.011.176,72=, comprensiva di interessi calcolati sino al 29.04.21.
Ho inviato numerose richieste e solleciti a mezzo pec, anche a mezzo del mio avvocato, ottenendo solo che la pratica fosse quantomeno accelerata, ma senza ottenere alcun pagamento (pare che a Matera vi sia la somma, senza che venga corrisposta; e che a Potenza, la seconda tranche, non sia neppure stata versata dal Ministero delle Finanze).
Oltre al danno, la beffa: l’Agenzia delle Entrate ha liquidato l’imposta di registrazione della sentenza anzidetta per la quota a carico della mia società e dell’altro mio socio che ammonta a €12.901,50, che siamo stati costretti a pagare in data 29.10.21 per non subire la cartella esattoriale pur essendo creditore delle ingenti somme sopra indicate.
Siamo di fronte ad un comportamento imbarazzante e gravemente inadempiente di tutti i soggetti preposti alla istruzione della pratica amministrativa finalizzata esclusivamente al pagamento delle somme liquidate in una sentenza esecutiva e definitiva.
Lo Stato ha espropriato un terreno per realizzare una nuova caserma dei vigili del fuoco, peraltro a mio avviso completamente inutile (lo dico da cittadino) privando la mia società e il mio socio di utilizzarlo per finalità privatistiche; mi ha costretto a fare un giudizio per ottenere un ristoro, neppure adeguato al reale valore del suolo e, dopo averlo vinto, non paga il dovuto dopo anni di causa e di scritti di sollecito.
Mi viene da dire: vergogna!
I responsabili di questa grave inadempienza ne risponderanno nelle sedi competenti, perché per questi fatti non è possibile chiudere la liquidazione della mia società (e quella del mio socio) con aggravio di spese e di danni conseguenti anche al pagamento di interessi bancari per denaro preso in prestito.