Le settimane di festività natalizie-anno nuovo per Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia Bucarest, incubatore di imprese che svolge la sua attività di assistenza alle imprese Italiane che intendono internazionalizzarsi, sono l’occasione per una serie di incontri con i nostri imprenditori ai quali ha illustrato i dettagli del progetto “internazionalizzazione nei Balcani”. E’ una nuova strada – sintetizza l’imprenditore lucano – per una visione transnazionale, più moderna, più ampia e strutturata, che possa far cogliere alle imprese l’opportunità di un’internazionalizzazione produttiva e virtuosa, aiutandole a diversificare l’export e a superare la crisi dei consumi interni. La presenza italiana in Romania è nota e ben salda, da oltre 10 anni, è il principale Paese investitore per numero di aziende registrate (circa 60mila, il 21% del totale delle aziende straniere registrate in Romania), mentre detiene l’ottavo posto tra gli investitori stranieri per capitale investito (oltre 3.300 milioni euro di investimenti, il 5.2% del totale). Per quanto riguarda gli altri Paesi, in Albania l’Italia è il primo investitore in quanto a numero di aziende italiane o italo-albanesi attive sul territorio circa 400, e tra i primi per valore degli investimenti medesimi. In Bosnia Erzegovina occupa l’undicesimo posto tra gli investitori stranieri, con una percentuale del 2.8% nel totale degli investimenti stranieri. Circa 70 sono le aziende italiane che hanno investito e producono in Bosnia, in alcuni casi con investimenti greenfield, in via principale in joint venture con partner bosniaci. Oltre al settore finanziario, la presenza italiana si concentra nei settori della lavorazione del legno, del metalmeccanico/siderurgico, calzaturiero/tessile, energetico, commerciale e agroalimentare’. ll settore agro-alimentare è una parte significativa dell’economia albanese e rappresena circa il 20% del Pil, impiegando il 55% della forza lavoro nazionale’. All’agricoltura si aggiunge ‘la produzione tessile e l’abbigliamento’ dove i principali vantaggi sono: ‘forza di lavoro disponibile in tutto il paese con esperienza nel settore, costo diretto e totale del lavoro inferiore a quelli vigenti nella maggior parte dei paesi comparabili, un facile accesso da/per l’Italia, la Grecia ed i mercati dei Balcani, riduzione dei costi di trasporto grazie alla privilegiata posizione geografica dell’Albania. In Bulgaria Paese operano ed investono circa 1.000 aziende a partecipazione italiana o mista, impegnate in un ampio numero di settori dal tessile alla produzione di energia, dall’agroalimentare alla lavorazione dei metalli, dai servizi finanziari ai trasporti. In Serbia l’Italia rappresenta il primo investitore estero, con una presenza di circa 600 aziende, una quota di capitale investito stimata in circa 3 miliardi di euro ed un volume d’affari di oltre 2,5 miliardi di euro. Per ciascuno di questi Paesi ci sono ancora opportunità e segmenti da aggredire per le aziende italiane. In Romania, per esempio, ‘il settore agricolo e agroindustriale, soprattutto la cultura viticola e del biologico’ ma anche le ‘infrastrutture; IT-Services’ dove ‘i nostri investitori concentrano maggiormente la loro attenzione verso il Business Process (applicazioni per aziende, software, gestione documenti). L’ energia con tutti i problemi connessi. Nell’industria, il settore manifatturiero è quello che, negli ultimi anni, ha mostrato maggiore dinamicità, con risultati particolarmente rilevanti nei comparti dell’automotive, della lavorazione dei metalli, della produzione di motori elettrici e turbine e degli impianti petroliferi ed energetici. C’è poi un forte interesse di imprese straniere – dice Baldantoni – di investire da noi. La ZES Jonica è sicuramente un’opportunità da sfruttare. Ma prima di tutto bisogna far conoscerne i vantaggi. Per questa ragione proponiamo missioni mirate nei Paesi Balcani accompagnate da azioni ed iniziative promozionali della Regione che in bilancio ha alcuni di milioni di euro da spendere per questo scopo.
Dic 28