Da domani lunedi’ 3 agosto tra i 24mila e i 30mila pensionati lucani con un reddito inferiore a 1.500 euro percepiranno 796,27 euro di arretrati.
“Con il decreto 65 del 2015 approvato dal Parlamento – commenta Vincenzo Tortorelli, segretario Uil Pensionati – non si e’ attuata la sentenza dell’Alta Corte che ha dichiarato incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni introdotto dal Governo Monti. Secondo i calcoli del sindacato la percentuale di rimborsi che arrivera’ ai pensionati sara’ tra il 10,82 e il 37,27% del dovuto, a seconda dell’ammontare delle pensioni. “E’ una grandissima ingiustizia – afferma ancora Tortorelli – contro la quale la Uil e la Uil Pensionati si sono battute e continueranno a battersi. Si sono privati milioni di pensionati di risorse legittime che potevano utilmente sostenere la ripresa dei consumi e aiutare i primi segnali di ripresa dell’economia italiana”. Non sottovalutiamo le esigenze di bilancio dello Stato, affiancate però al dovere di solidarietà, che – scrivono i giudici della Corte Costituzionale nella sentenza 70 del 30 aprile scorso – hanno fornito una giustificazione ragionevole alla soppressione della rivalutazione automatica annuale per i trattamenti di importo otto volte superiore al trattamento minimo Inps. Quanto alle condizioni di vita dei pensionati della nostra regione i dati del nostro rapporto, continua Tortorelli, mettono in evidenza il lento declino della nostra Regione rientrata drammaticamente nei territori meno sviluppati, e, mettono ancor più in evidenza come vi sia un tema che riguarda soprattutto, ma non solo, i redditi da pensione. È necessario mettere fine a questa deriva che sta spingendo centinaia di migliaia di persone che vivono con una pensione che un tempo era anche «decente», ai limiti della soglia di povertà. Per la Uilp così com’è proposta l’integrazione ai trattamenti è comunque inadeguata. Per la UIL e la UIL Pensionati bisogna ampliare la soglia di calcolo ripristinando un diritto vero di perequazione.
Secondo la circolare con cui l’Inps fornisce le istruzioni applicative del decreto pensioni, l’una tantum comprende 210,6 euro di arretrati relativi al 2012, 447,2 euro per il 2013, 89,96 per il 2014 e 48,51 per il 2015. A partire dal 2016, l’assegno mensile percepito dal pensionato sara’ di 1.541,75 euro. Piu’ in generale, per gli anni 2012-2013 viene riconosciuta una rivalutazione del 40% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo, del 20% per i trattamenti superiori a quattro volte il minimo e pari o inferiori a cinque volte e del 10% per quelli superiori a cinque volte il minimo e pari o inferiori a sei volte il miniimo.
La rivalutazione non e’ riconosciuta per i trattamenti superiori a sei volte, vale a dire circa 3.000 euro lordi mensili. Per il 2014 e per il 2015 la rivalutazione e’ pari al 20% dell’aumento ottenuto per ogni fascia di reddito nel biennio 2012-2013. Per il 2016, la rivalutazione e’ pari al 50% dell’aumento ottenuto per ogni fascia di reddito nel biennio 2012-2013. Alla ricostituzione dei trattamenti pensionistici si provvede d’ufficio. Le somme arretrate, spiega ancora l’Inps, devono essere assoggettate ad Irpef con il regime della tassazione separata, con esclusione delle somme maturate successivamente al 31 dicembre 2014, assoggettate, invece, a tassazione ordinaria. I rimborsi per le pensioni comprese tra le tre e le sei volte il minimo sono dovuti anche nel caso in cui il titolare del trattamento sia nel frattempo deceduto. Gli eredi pero’ dovranno presentare una domanda, precisa infine la circolare dell’Inps.