Trenta euro al mese di canone e l’1% sull’ammontare delle transazioni. Sarà questo l’obolo che le imprese (liberi professioniti, commerciani e artigiani) saranno chiamate a versare, per legge, alle Banche da fine giugno. È l’effetto, perverso, della legge di conversione del decreto Milleproroghe, approvata il 26 febbraio definitivamente dal Senato, che ha confermato lo slittamento della riforma di sei mesi (inizialmente, infatti, l’obbligo di accettazione della moneta elettronica da parte degli esercenti di attività commerciali e di servizi, anche professionali, doveva scattare dal 1° gennaio.
Questo è quanto afferma Leo Montemurro, Presidente Provinciale CNA, secondo il quale se il Governo non interviene seriamente, dal prossimo 30 giugno tutte le imprese artigiane saranno infatti tenute ad accettare i pagamenti mediante bancomat per importi superiori ai 30 euro. Quello che è peggio e che lo slittamento finisce per incidere, indirettamente, anche sulle regole che, inizialmente, erano state scritte nel decreto interministeriale dello scorso 24 gennaio. In esso, infatti, era stata prevista una disciplina transitoria che avrebbe esonerato dall’obbligo tutti i soggetti il cui fatturato dell’anno precedente era uguale o inferiore a 200 mila euro.
Le spese ulteriori che le Imprese devono sostenere nell’ordine di diverse centinaia di euro per l’utilizzo del POS cui aggiungere la nuova “tassa” dell’uno percento sulle transazioni cadono ancora una volta in uno dei momenti peggiori per l’economia interna e per le Imprese italiane, sarebbe veramente il caso di prendere in seria considerazione il differimento di tale nuove balzello.
Ovviamente, conclude Montemurro, il decreto non poteva prevedere la proroga e, difatti, non ne teneva conto. Ora, per effetto del suddetto differimento al 1° giugno, non vi saranno più i margini di tempo per l’ingresso graduale nel nuovo sistema di pagamento, a meno che il nuovo esecutivo riscriva il decreto interministeriale e ristabilisca una nuova fase transitoria.