Il PNRR nasconde molti interrogativi, mentre il PSR è ancora in itinere. L’associazione Zez Lucana lo ha esaminato e invierà presto al Presidente Bardi i suoi suggerimenti.
Di seguito la nota dell’associazione Zes Lucana inviata dal coordinatore Pierluigi Diso.
Il PNRR sarà veramente la soluzione di tutti i mali? Gli investimenti futuri ed il completamento di quelli vecchi (che forse sono la maggioranza, ma almeno qualcuno sarà ultimato) sono obiettivi vaghi, così come ancora non del tutto certe sono le risorse destinate al Sud e per le aree ZES. Il PNRR è un’occasione da non perdere per il futuro del Paese, del Mezzogiorno e della nostra Basilicata che adesso si sta dotando finalmente di un Piano di Sviluppo Regionale. Il PNRR ha destinato il 40% delle risorse principalmente per ridurre (chissà quando!) il divario con le realtà socio-economiche del nord, già legate all’Europa. Alcuni tecnici ritengono che il PNRR ha qualche anomalia e non dà alcuna certezza sui reali obiettivi di investimento, né tanto meno sui tempi. Chi e come spenderà i soldi che arriveranno dall’Europa? E quelli che saranno prestati all’Italia e quelli che il paese metterà a disposizione per la realizzazione di progetti (quali?) entro il 2026? Basteranno i progetti già finanziati e che devono essere ultimati, senza portare nulla di nuovo al Paese? Quali sono le infrastrutture su cui puntare per collegare meglio nord e sud, est e ovest? Chi sarà il “direttore dei lavori”? Non sono ancora disponibili dati certi che indichino la ripartizione delle spese già previste. Sarà difficile seguire i flussi di denaro se non è preventivamente indicato l’ammontare e la modulazione annua dell’onere posto a carico delle risorse del PNRR, né si può derogare alle leggi di finanza pubblica e contabilità. Quali sono i reali obiettivi del Piano? Chi deve spendere le risorse del PNRR, che ruolo hanno le Regioni e gli altri enti territoriali e per fare che cosa in particolare? Se ci si pone questi interrogativi, automaticamente ne nascono altri e cioè le strutture centrali e territoriali sono in grado di affrontare questo secondo Piano Marshall? Il Ministro Brunetta si sta impegnando a fornire alle amministrazioni il personale mancante in tempi celeri. Ma l’Italia deve ancora spendere parecchi miliardi già preventivanti e di cui solo una cifra irrisoria è stata sin qui investita. Ha ragione l’ex sindaco di Matera: io soldi ci sono, sono i progetti che mancano. Oppure sono nascosti nel cassetto, o la normativa è nota ai soli noti che ne trarranno vantaggio. Se oggi il Paese non è riuscito a spendere quello che già ha, riuscirà ad investire bene quello che l’Europa ci sta dando, anche a titolo di prestito? La Ministra Carfagna è positivista; ma bisognerà evitare che le risorse finanziarie vadano sprecate. Altro punto di forza su cui i lucani sperano è il PSR che il 19 dicembre 2021 sarà approvato, con le modifiche e le integrazioni che il Presidente Bardi ha richiesto a tutti coloro che sono interessati, presupponendo la partecipazione attiva e responsabile di tutte le componenti della società civile. L’associazione ZES LUCANA invierà al presidente bardi il suo contributo. Sarà un primo passo verso il futuro, almeno avremo le linee guida da seguire. Anche per il PSR dovremmo porci alcuni interrogativi perché tale documento deve assicurare la strategia per lo sviluppo economico e sociale della Basilicata per i prossimi anni, per le nuove generazioni di cui intende farsi carico, contrastando il declino demografico e l’impoverimento sociale. Se è davvero questa la strategia di sviluppo messa in campo dal governo regionale la visione di futuro sarà rosea, sempre se ci saranno le competenze adatte almeno per avviare gli obiettivi prefissati dai tanti progetti che già sono in cantiere e di quelli che sono già giunti alla Regione Basilicata e che presto saranno esaminati dal suo team di esperti. Il Think Tank Basilicata tenutosi a Potenza ha identificato la Basilicata come “una tra le regioni più sostenibili in Italia e in Europa, costantemente impegnata nella costruzione di una società inclusiva, facendo leva sugli asset naturalistici e culturali e sul contributo dei giovani e dell’industria all’attrattività, all’innovazione e alla crescita”. Il Piano Strategico Regionale può essere il volano per lo sviluppo economico del territorio, per adeguare le reti infrastrutturali ai processi in atto di integrazione delle relazioni Tirreno-Adriatico, le reti infrastrutturali nord-sud con nuove reti est-ovest, cui affidare la centralità della Basilicata. Le ZES sono il nuovo attrattore e possono riportare l’attenzione sui grandi temi “strutturali”, anziché solo sui temi congiunturali. Il PSR e il PNRR possono indirizzare le risorse finanziarie nella direzione dei nuovi programmi europei e nazionali, aprire nuovi investimenti strategici sul futuro della regione, promuovere investimenti volti a migliorare la connettività, favorire la creazione di una catena del valore regionale resiliente e integrata. L’area meridionale deve essere attrattiva per gli investimenti privati e favorire un nuovo capitolo di efficace collaborazione tra tutti gli attori in gioco.