Si è svolto a Pisticci il primo incontro della serie di eventi programmati per l’anno in corso dal Centro Sociale. Sul tema “Dalla Vallbasento ai nostri giorni. Prospettive e sviluppo”. Si sono confrontati esperti della materia tra cui Antonio Pietro Avantaggiato, Angelo Cotugno e Giuseppe Coniglio, alla presenza di un qualificato uditorio. Vare e interessanti le argomentazioni trattate. Nel 1950, i sondaggi di Enrico Mattei stabilirono che la Val Basento era ricca di giacimenti petroliferi.Inizialmente, Pisticci non sembrò particolarmente entusiasta dei primi insediamenti, evidenziando quei sospetti tipici dei meridionali. Oltre al metanolo e metilacrilico, si lavoravano fibre sintetiche, poliestere e Fidion, sia in versione “fiocco” che “filo continuo”, simili al cotone. Nell’impianto delle fibre si produceva l’euroacril di qualità. Le maestranze inizialmente 2500, durante gli Anni ‘70 raddoppiarono di numero. I risultati positivi imposero all’Eni di anticipare gli eventi e costruire un borgo residenziale e infrastrutture sociali e ricreative per consentire un buon tenore di vita. Il paese cominciò a rivitalizzarsi e fece registrare incremento di abitanti e esercizi commerciali. Nonostante tutto, il connubio tra abitanti di Pisticci e tecnici di diverse regioni non fu sempre facile per mentalità diverse e ritmi di vita. In quegli anni, nonostante le premesse, l’emigrazione si incrementò. Alla fine del 1977 la cassa integrazione per 250 unità ela chiusura di acrilico e Fiocco. Dal 1979 dopo il fallimento di riconversione e in assenza di prospettive, operai vollero “riscoprire” la terra. Durante la vendemmia e raccolto, e anche sabato e domenica, l’assenteismo raggiunse punte elevate. L’azienda per non disperdere i dipendenti, stabilì di concedere a titolo di comodato un piccolo appezzamento di terreno di proprietà aziendale nelle vicinanze della fabbrica. L’impianto chiudeva il 20 ottobre 1984 e nel luglio 1985, a seguito di blocchi stradali e ferroviari, tentativi di autogestione il Governo firmava con Eni e sindacati il programma di “reindustrializzazione e sviluppo”, che non compensava la perdita dei posti di lavoro.
Giu 21