È una situazione davvero grave quella dei danni causati dagli ungulati che popolano aree coltivate, una situazione che sta sfuggendo da ogni tipo di controllo. Gli ungulati, in particolare i cinghiali, con sempre maggiore invadenza si spingono fino ad entrare nei centri abitati; non sono quindi soltanto un danno per gli agricoltori, ma anche un rischio per i cittadini.
Per questi motivi una delibera di giunta regionale modifica l’art. 4 del Calendario Venatorio, dove si prevede la caccia di selezione al cinghiale dando agli Ambiti territoriali di caccia la possibilità di rinviare la data di apertura della caccia di selezione dal 2 agosto a una data che non vada oltre il 1° settembre.
La giunta aveva anche approvato il Bando Misura 216 per la concessione di contributi per i recinti elettrificati che proteggono le colture dai cinghiali, bando a cui hanno aderito 120 imprenditori ed ora si attende l’istruttoria.
I selecontrollori rappresenteranno il presidio del territorio e, dalla postazione loro assegnata, dovranno abbattere i capi che passano nel loro raggio d’azione, non più di tre per turno. Questa attività, iniziata soltanto pochi giorni fa, durerà fino al 29 settembre prossimo. Il problema del selecontrollo è che alcune associazioni venatorie continuano ad opporsi ritenendo il problema irrilevante nelle aree degli ATC.
Per il presidente provinciale della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo “bisogna intraprendere con solerzia interventi di salvaguardia delle coltivazioni per scongiurare l’abbandono dei campi in tanti areali, se a rimetterci sono sempre gli agricoltori. È necessario che la Regione confermi la delibera, anzi rafforzi l’azione dei selecontrollori, eventualmente integrandoli con altre unità appositamente formate, ampli il periodo di caccia al cinghiale, e soprattutto solleciti l’avvio delle azioni di selecontrollo anche nelle aree parco”. Palermo così conclude “le imprese agricole lavorano per fare reddito e produrre cibo e non per ricevere il pagamento dei danni causati dalla fauna selvatica, ed è altresì inconcepibile ricevere dei risarcimenti con un anno di ritardo e, nei casi delle aree parco e danni da lupi, con anni di ritardo ed in misura irrisoria rispetto al valore reale del danno”.
Set 02