Danni in agricoltura da neve e ghiaccio, Manfredelli (UCI): non basta la richiesta di calamità. Di seguito la nota integrale.
L’altra faccia della medaglia delle cartoline di scorci panoramici imbiancati dalle eccezionali nevicate dei giorni scorsi, è quella dei campi agricoli e delle coltivazioni sommerse e ghiacciate oppure di stalle impossibili da raggiungere per assicurare sollievo e alimenti agli animali stretti nella morsa del freddo.
Si tratta di un mezzo disastro per il settore primario lucano, che senza provvedimenti adeguati rischia di essere messo in ginocchio da una avversità senza precedenti per la dimensione dei danni e per l’estensione dell’area interessata. Per la prima volta, infatti, l’intero territorio regionale, aree costiere comprese, è stato interamente colpito in tutti i comparti del settore agricolo.
Le stime dei danni sono ingenti ed è plausibile prevedere il dimezzamento del valore della Produzione Lorda Vendibile regionale, con l’azzeramento, in molti casi, del reddito delle aziende maggiormente colpite.
Per far fronte a questa situazione eccezionale ed evitare che il tutto si riduca soltanto agli attestati di solidarietà verso il mondo agricolo, sono necessari, secondo l’Unione Coltivatori Italiani, provvedimenti straordinari che vanno oltre la ritualità della richiesta dello Stato di emergenza e di calamità naturale.
“Del resto, fa presente il coordinatore regionale dell’Uci Basilicata, Nicola Manfredelli, lo stesso Assessore all’Agricoltura, Luca Braia, ha opportunamente ravvisato la necessità di sollecitare al Ministro Martina, la concessione, per l’occasione, di specifiche deroghe alla normativa vigente, per consentire, almeno in parte, il riconoscimento dei danni causati alle produzioni, lasciando intendere, che in caso contrario, le rassicurazioni del momento difficilmente troverebbero riscontro concreto”.
E’ bene specificare che lo “stato di emergenza” che la Regione si appresta a richiedere riguarda soltanto gli interventi di assistenza alla popolazione e di riprestino di servizi e infrastrutture pubbliche mentre “lo stato di calamità” interviene sul settore agricolo sulla base di quanto previsto dal Dlgs 102/2004, che finora, tuttavia, fa notare l’Uci, è sempre stato negativamente contrassegnato dall’esiguità delle risorse finanziarie disponibili, dalle lungaggini burocratiche e procedurali, dal mancato ristoro dei danni alla produzione e al reddito degli agricoltori, oltre che alle strutture aziendali e alle infrastrutture agricole.
Contestualmente ai sopralluoghi per quantificare con maggiore precisione la stima dei danni, secondo l’Uci, si rende pertanto indispensabile la definizione di un “provvedimento speciale di risarcimento” oltre che di un “programma straordinario di interventi” per la ripresa del settore primario, individuando con puntualità le azioni, le procedure e le risorse finanziarie necessarie per la salvaguardia e il rilancio dell’agricoltura lucana, così gravemente compromessa dalla calamità che su di essa si è abbattuta.