“L’assenza dell’agroalimentare nazionale dalla nuova lista recentemente pubblicata dallo United States Trade Representative-USTR, ovvero la Rappresentanza per il Commercio degli Stati Uniti d’America, è una grande vittoria del sistema Paese, che dimostra l’importanza di fare squadra e lavorare nella stessa direzione; ringraziamo la diplomazia italiana e il governo, che lavorando fianco a fianco con la Commissione Europea hanno portato a casa un risultato importantissimo, che fa tirare un sospiro di sollievo al primario nazionale”. Lo afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina, ricordando che la questione dazi era nata lo scorso anno come compensazione per gli aiuti concessi al consorzio aeronautico airbus, del quale l’Italia non fa parte, al contrario di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna.
“Per l’agroalimentare nostrano – ricorda Verrascina – bisognerà però continuare a vigilare, in quanto restano in vigore tariffe addizionali pari a circa 470 milioni di dollari, derivanti da un maggiore impatto daziario concentrato prevalentemente su formaggi, salumi e liquori; tali dazi, infatti, secondo il cosiddetto meccanismo ‘a carosello’, sono passibili di periodiche revisioni, a cadenza semestrale, che potrebbero mettere in discussione le percentuali di riferimento del valore, i prodotti ai quali le tariffe aggiuntive vengono applicate e anche gli Stati membri ai quali si fa riferimento”.
“Con la recente revisione, ad esempio, grazie alla diplomazia sono state scongiurate ulteriori ripercussioni sull’agroalimentare nazionale, che per alcuni prodotti di eccellenza, quali vini e oli extravergine d’oliva, rischiavano di tradursi in dazi che potevano arrivare fino al 100% del valore, con aumenti insostenibili per il nostro primario, ma sono state inasprite dal 10 al 15% le tariffe aggiuntive sui velivoli provenienti dall’Europa”, spiega il presidente della Copagri.
“Voglio sottolineare nuovamente che gli embarghi, così come le guerre e le tensioni commerciali, sono estremamente pericolosi e danneggiano tutti; in questo tipo di contese, infatti, non ci sono né vincitori né vinti, poiché si perde tutti”, conclude Verrascina, evidenziando che l’export agroalimentare del nostro Paese verso gli USA vale oltre 4,2 miliardi di euro.