Far emergere il lavoro sommerso sia per incentivare la crescita e la competitività del ‘sistema imprese’ che per tutelare i lavoratori esposti a una pericolosa condizione di precarietà. Il lavoro nero è un fenomeno complesso per le implicazioni economiche e sociali che comporta, da affrontare anche con un adeguato inquadramento normativo .
La Giunta regionale ha deciso di adottare il disegno di legge dal titolo “Disposizioni per il contrasto al lavoro irregolare, poi trasmesso al Consiglio regionale per gli approfondimenti e l’approvazione in via definitiva. Si tratta, in realtà, di una riproposizione: nel 2011 il governo regionale si era già pronunciato positivamente sull’impianto normativo, dando attuazione a un impegno assunto con gli imprenditori e i sindacati firmatari del Patto di sistema – Obiettivo Basilicata. Nel documento di intenti il contrasto al lavoro irregolare è considerato un punto essenziale per rilanciare l’industria, i servizi e l’artigianato in una regione come la Basilicata in cui, secondo dati Inps resi noti dalla Cgia di Mestre, la quota dell’incidenza dell’occupazione non dichiarata sul Pil è calcolata al 14,7 per cento e seconda soltanto alla Calabria. L’iter del disegno di legge, però, è stato interrotto dalla fine anticipata della legislatura, rendendo necessaria una nuova decisione del governo regionale.
Il ddl non si limita ad affrontare la tematica specifica del ‘sommerso’ ma allarga il suo raggio di azione alle questioni della sicurezza ed igiene sul posto di lavoro e, più in generale, alla qualità e alla sostenibilità del modello di sviluppo produttivo. Sul fronte dei controlli, sono rafforzati i meccanismi ispettivi attraverso intese con gli enti che hanno competenza in materia di lavoro, sicurezza, salute e previdenza. Viene, inoltre, istituito l’Osservatorio regionale per il contrasto al lavoro irregolare. Diverse le funzioni attribuite: dall’allestimento di una banca dati fino all’analisi, al monitoraggio e alla definizione degli indici di congruità, intesi come parametri di regolarità del lavoro, a partire dai settori dell’agricoltura, edilizia, turismo e ristorazione. Il ddl prevede la segnalazioni di difformità e il vincolo dell’applicazione dei contratti di categoria per la concessione di benefici accordata, a qualsiasi titolo, dalla Regione Basilicata al datore di lavoro, imprenditore e non.
A una migliore efficienza del sistema dei controlli e delle sanzioni si unisce la previsione di significative premialità, quale il riconoscimento negli avvisi pubblici regionali di un punteggio premiale, non inferiore al 3 per cento del punteggio complessivo assegnato, ai datori di lavoro che assumano impegni di salvaguardia e incremento di livelli occupazionali. Una positiva innovazione che evita un approccio solo repressivo che spesso si ripercuote su spezzoni deboli del sistema produttivo e su segmenti particolarmente fragili del mercato del lavoro e offre, nello stesso tempo, una chance agli imprenditori di far crescere il valore delle loro imprese.