Confapi Matera esprime preoccupazione per i rischi derivanti dal blocco del canale di Suez e del Mar Rosso. Infatti, a causa degli attacchi dei ribelli Houthi alle navi, le principali compagnie di navigazione hanno interrotto le spedizioni attraverso il Canale di Suez, dove transitano la maggior parte delle merci lucane dirette ai mercati asiatici.
“I settori più colpiti sono il mobile imbottito, l’agroalimentare e la meccanica” – commenta il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo.“Se prima della crisi spedire un container di divani costava quasi 2.900 euro, oggi costa circa 6.000 perché le navi devono circumnavigare l’Africa per recarsi in Asia e in Oceania. Infatti, l’interruzione delle spedizioni lungo la fondamentale rotta commerciale internazionale costringe le navi portacontainer a deviare intorno al Capo di Buona Speranza, all’estremità meridionale dell’Africa, imponendo migliaia di chilometri aggiuntivi ai percorsi e viaggi più lunghi di 20 giorni.Ciò ha evidenti ripercussioni in termini di costi aggiuntivi e ritardi nelle consegne”.
Attraverso il Canale di Suez transitano circa 50 grandi navi mercantili al giorno, cioè il 12% delle merci mondiali in viaggio e il 30% del traffico container. Ciò danneggia anche le importazioni, quindi la catena di approvvigionamento per le aziende. Secondo le stime della banca olandese ING, la deviazione delle spedizioni attorno al Capo di Buona Speranza aggiunge circa 3.000-3.500 miglia nautiche (6.000 km) ai viaggi tra Europa e Asia, prolungando di circa 10 giorni la durata complessiva.
Le conseguenze si ripercuotono anche sull’economia delle piccole e medie imprese del territorio. Il blocco pone seriamente a rischio gli approvvigionamenti di materie prime e di materiali utili alle imprese, ma anche per la realizzazione delle opere previste dal PNRR.
«Questa interruzione sta provocando un aumento dei costi di spedizione dall’Asia all’Europa, alimentando il timore di una nuova ondata inflazionistica nei prossimi mesi», prosegue il presidente De Salvo. «All’aumento dei costi di spedizione si aggiunge quello dei costi assicurativi. E va considerato anche l’impatto sul piano dei ritardi nelle consegne”.
“Per il comparto del mobile imbottito – che vive grazie all’internazionalizzazione – si tratta di un’ulteriore tegola che si aggiunge alla contrazione degli ordini di questi mesi”.
“Eventi del genere, che provocano squilibri nella catena di approvvigionamento, impongono all’Europa di pianificare una strategia che porti all’autonomia delle materie prime per la catena produttiva”.