“Il cosiddetto decreto Caivano approvato dal Governo per il contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, è solo un provvedimento punitivo che non affronta al cuore il problema e che ancora una volta penalizza le periferie del sud, dove, al contrario, servirebbero investimenti sulla prevenzione. Non è inasprendo il sistema sanzionatorio penale che si dà un futuro ai nostri giovani”. Lo afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito.
Per il sindacato “il Governo non guarda ai contesti nei quali l’emarginazione è più evidente, preferendo misure di corto respiro come la bonifica di una piccola parte di un solo comune, costruendo cattedrali nel deserto fortificate e separate dal resto del territorio che resta abbandonato. Una bonifica emergenziale per la quale vengono stanziate risorse dai Fondi di coesione quando lo stesso governo poche settimane fa ha definanziato i progetti di rigenerazione urbana delle periferie a rischio previsti nel Pnrr. Nella provincia di Potenza il taglio paventato è di 123,30 milioni sui 302,78 milioni inizialmente assegnati destinati ai comuni per la valorizzazione del territorio, la rigenerazione urbana, il rischio idrogeologico, il potenziamento dei servizi delle aree interne, le infrastrutture sociali di comunità e la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano.
È sul territorio e nelle periferie – aggiunge Esposito – che occorre intervenire. Bisogna dare risorse agli enti di prossimità e rafforzare il tessuto educativo delle comunità, i servizi sociali e la rete dei servizi educativi che si intreccia col lavoro del terzo settore. Bisogna creare nelle comunità gli anticorpi per sradicare la violenza e dare ai giovani, anche attraverso la cultura, delle prospettive di vita fatte di lavoro giusto e dignitoso. Integrazione e inclusione sono gli obiettivi che dobbiamo contrapporre al sistema, unicamente repressivo, più volte utilizzato da questo esecutivo.
Prima di ogni azione repressiva, che noi in ogni caso contestiamo – conclude – sarebbe stato il caso di verificare la presenza degli assistenti sociali sui territori e correre ai ripari per la grave carenza più volte denunciata dalla Cgil e dal sindacato di categoria. Nonostante la presenza di risorse, in Basilicata non si sono ancora in larga parte fatte le stabilizzazioni degli assistenti sociali previste in deroga ai vincoli di contenimento della spesa del personale. Una misura eccezionale, per permettere anche ai Comuni e agli Ambiti territoriali ancora distanti dal livello di un assistente sociale ogni 6.500 abitanti di accedere ai finanziamenti strutturali del ministero del Lavoro”.