Dopo le innumerevoli richieste a salvaguardia del lavoro e del raccolto nei campi, il decreto flussi 2021, firmato dal Governo, rappresenta un passo importante. Garantisce, infatti, 70 mila nuovi ingressi, il doppio rispetto allo scorso anno quando furono solo 30.850. Così Cia-Agricoltori Italiani commentando con molta soddisfazione l’ok al provvedimento che nella sostanza riconosce il valore della manodopera straniera e la sua strategicità per il comparto agricolo, ampiamente dimostrata anche in pandemia.
La manodopera straniera, ricorda Cia, rappresenta ormai stabilmente un terzo della forza lavoro complessiva in agricoltura, ovvero 357.768 unità su circa 900 mila addetti totali, e concorre al 29,3% dell’occupazione complessiva in termini di giornate lavorate. In Basilicata gli stagionali immigrati in alcune fasi delle grandi campagne di raccolta dei prodotti ortofrutticoli (primi fra tutti pomodori) toccano anche le 30mila unità.
Dunque, aggiunge Cia, nel decreto flussi 2021 – che riserva al settore agricolo e turistico alberghiero 42 mila unità e, nell’ambito di questa quota, 14 mila domande alle organizzazioni professionali, tra cui Cia – trovano ascolto le tante sollecitazioni delle imprese, ripetutamente in carenza soprattutto di stagionali.
Ora, sottolinea Cia, le aziende agricole potranno pianificare un’adeguata organizzazione del lavoro che permetterà di gestire al meglio le prossime campagne di raccolta.
Questo provvedimento, conclude Cia, deve quindi rivelarsi un’opportunità per incentivare e rafforzare la spinta alla ripresa economica di un’agricoltura sempre più protagonista, ma ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri. Si tratta di un passaggio chiave che guarda alle sfide imminenti per il settore e, in particolare, alla sua sostenibilità non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.
Si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le istanze potranno essere inviare dalle ore 9 del quindicesimo giorno successivo.
Il dettaglio:
– 42.000 ingressi saranno destinati al lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico alberghiero, per cittadini extracomunitari provenienti dai seguenti Paesi: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, Guatemala, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina.
Di questa quota:
– 1.000 ingressi sono riservati a persone che abbiano già fatto ingresso in Italia per lavoro stagionale negli ultimi cinque anni e per i quali il datore di lavoro presenti una richiesta di nullaosta all’ingresso pluriennale
– 14.000 ingressi sono riservate ad ingressi nel settore agricolo per i quali il datore di lavoro presenti istanza tramite Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Alleanza delle Cooperative.