Mercoledì 10 aprile 2013 alle ore 10, nella sala Giunta del Comune è in programma una conferenza stampa sul Decreto Salva Imprese approvato dal Governo e sul quale il sindaco di Matera Salvatore Adduce esprime un giudizio negativo: “Tanto rumore per nulla. “Il Decreto “Salva imprese” appena varato dal Governo non premia gli enti virtuosi, come il Comune di Matera e la Regione Basilicata, e aiuta quelle istituzioni pubbliche che hanno gestito male i loro bilanci o quelle più ricche”.
Non piace al sindaco di Matera, Salvatore Adduce, il recente decreto “Salva imprese”. Nelle scorse ore il sindaco ha riunito intorno a un tavolo la Giunta comunale ed i dirigenti per comprendere meglio le ripercussioni di questo provvedimento sul Comune di Matera.
“E’ indispensabile pagare le imprese e allo stesso tempo effettuare investimenti già disponibili nelle casse comunali per la realizzazione di opere di cui la città sente il bisogno. Lo stesso vale per la Regione Basilicata”, afferma Adduce.
Per illustrare il quadro complessivo delle opere ferme il sindaco ha convocato per Mercoledì 10 aprile 2013 alle ore 10, nella sala Giunta del Comune una conferenza stampa.
Nel corso dell’incontro, inoltre, il sindaco illustrerà alcune ipotesi di modifica del decreto.
Decreto pagamenti debiti PA a imprese, il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo boccia il provvedimento: “Non un centesimo per pagamenti Regioni a imprese”.
La denuncia del governatore lucano in una lettera ai parlamentari. ”Per noi possibili solo trasferimenti agli enti locali. Discriminate le aziende creditrici verso di noi. Urgono correttivi”
“Di fronte ad una crisi che produce effetti devastanti sul tessuto produttivo e sulle persone la serietà del momento consiglierebbe di evitare annunci ad effetto destinati a rivelarsi, almeno in parte, un bluff. E allora è bene innanzitutto dire con chiarezza che il Decreto Sblocca crediti non smuove un solo centesimo dei debiti delle Regioni verso le imprese e poi mettersi a lavorare con serietà per risolvere questa situazione”. E’ la denuncia che fa il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, che ha inviato una lettera a tutti i parlamentari lucani per sollecitare un’azione volta a risolvere il problema, sottolineando come “a fronte di misure di allentamento del Patto di Stabilità riguardano pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale per un importo di 5 miliardi di euro da parte degli Enti Locali, la misura coinvolge le Regioni dando solo la possibilità di effettuare trasferimenti in favore degli Enti Locali a valere sui residui passivi di parte corrente per un totale di 1,4 miliardi di euro per tutte le Regioni che significano circa 15 o 16 milioni per la Basilicata”.
“Se l’obiettivo del Decreto sblocca crediti è quello di ridare ossigeno alle imprese – afferma De Filippo – non è possibile escludere le Regioni che anche ora continueranno a non poter pagare debiti scaduti relativi a lavori ed opere realizzate o in corso di realizzazione, pur avendo la disponibilità di cassa. Servono, pertanto, ulteriori modifiche normative che partano da un allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità per pagamenti di debiti certi, liquidi ed esigibili di parte capitale come già stabilito per gli Enti Locali e arrivino ad escludere dal tetto di spesa alcune voci finanziarie quali le risorse destinate alla ricostruzione nei territori colpiti da eventi sismici, i trasferimenti effettuati ai Comuni e le royalty derivanti dalle estrazioni petrolifere”.
Su questi temi, il presidente della Regione ha sottolineato come per la Basilicata si verifichino problemi peculiari (come nel caso delle royalty che la Regione incassa direttamente dalle Compagnie ma deve tenere bloccate) e, addirittura, disparità di trattamento rispetto ad altre realtà. E’ il caso, quest’ultimo, delle risorse destinate alla ricostruzione dato che, ha spiegato in tutte le Regioni interessate, a seguito della nomina di un commissario straordinario, le risorse destinate alla ricostruzione sono transitate in contabilità speciali, rimanendo così escluse dal Patto di Stabilità. Viceversa, in Basilicata, sia per il terremoto del 1980 che per quello del 1998, la Regione è stata costretta a far transitare le risorse del dopo-sisma nel proprio bilancio, con conseguente impatto sul Patto di Stabilità e relativo rallentamento e/o blocco dei cantieri”.
“Il Governo – conclude De Filippo – si è ricordato della spesa delle Regioni tutte le volte che c’è stato da tagliare. Dimenticarsene ora è un’ingiustizia non verso chi le amministra, ma per il sistema delle imprese. Ed è necessario rimediare al più presto”.
Decreto sui pagamenti dei debiti P.A. alle imprese: il giudizio di Confapi Matera
Soddisfazione viene espressa dal presidente di Confapi Matera, Vito Gravela, per il varo del decreto governativo sui pagamenti alle imprese dei debiti della Pubblica Amministrazione.
L’applicazione troppo ragionieristica che l’Italia ha dato al Patto di Stabilità Interno – commenta Gravela – ha causato gravissimi danni alle imprese che lavorano con gli enti pubblici. In Basilicata, dove esiste un’elevata dipendenza dalla spesa pubblica, il problema assume toni drammatici.
Per fortuna, nonostante un Governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione, il problema è stato compreso e comincia a delinearsi un percorso che sbloccherà 40 miliardi in 12 mesi.
Intanto la contabilità è stata aggiornata, passando da 71 a 91 miliardi di debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, ma la realtà nasconde cifre ben più alte e difficili da quantificare. Si parla di 150 miliardi a fine 2011.
Ci auguriamo – evidenzia il presidente di Confapi Matera – che la procedura sia snella e accessibile a tutti, in modo da consentire di prevedere chi, quanto e quando riscuoterà. È importante, inoltre, precisare alcuni importanti dettagli, come per esempio le priorità con cui verranno pagati i diversi fornitori.
Sul punto occorre definire regole chiare e trasparenti, per evitare scelte discrezionali degli enti pubblici. Chiediamo quindi certezze e garanzie su come e quando avverranno i pagamenti e, soprattutto, sulle reali disponibilità di cassa di molti enti pubblici.
Inoltre, occorre adesso dare in Parlamento una corsia preferenziale al provvedimento che il Governo ha approvato. È fondamentale, infatti, agire in tempi rapidi perché le imprese sono in piena emergenza. Il fattore tempo è determinante più della stessa decisione.
Rete imprese Italia su decreto debiti PA: “Il governo non ha ancora compreso”.
“Il provvedimento del Governo dimostra che non si è ancora compreso che il sistema delle imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa è al collasso, considerato che dopo ripetute, pressanti e precise indicazioni, si ignorano i due elementi fondamentali per rispondere alle emergenze delle imprese: immediato sblocco e disponibilità delle risorse e modalità semplificate di accesso”. Così il presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, dopo il via libera del CdM sui debiti della P.A. Il provvedimento, infatti, non produrrà alcuno degli effetti auspicati e se non ci saranno interventi del Parlamento ci troveremo a dover affrontare gli stessi problemi da qui a pochi mesi. E’ grave che il Governo oltre a sottovalutare la sofferenza delle imprese, stremate dal credit crunch, consumi in caduta libera e pressione fiscale da record mondiale, abbia disatteso sia la risoluzione del Parlamento che le istanze che il sistema delle imprese ha più volte sollecitato. Infatti il meccanismo che viene riproposto, a conti fatti, rende quasi impossibile alle imprese il recupero dei crediti. Si fa dunque appello al Parlamento affinché il provvedimento definitivo possa rispondere effettivamente alle esigenze delle Pmi.
“L’appello del Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ai parlamentari del Sud a “cambiare il decreto sul pagamento dei debiti alla Pubblica Amministrazione, per il bene del Mezzogiorno, delle sue imprese e dei suoi lavoratori” non va sottovalutato e sollecita una valutazione unitaria da parte delle Regioni del Sud sugli effetti del decreto legge del Governo”. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Franco Mattia (Pdl) sottolineando che “dalla prima lettura del provvedimento, che necessita pertanto un’attenta ed approfondita verifica da parte dei nostri Uffici della Ragioneria della Presidenza della Giunta come degli Uffici di Ragioneria delle due Amministrazioni Provinciali e dei Comuni, risulta evidente un criterio di disparità tra Pubbliche Amministrazioni del Nord e del Sud. Esso – precisa Mattia – consiste nella corsia preferenziale che il Governo Monti ha voluto a favore degli Enti che dispongono di liquidità, mentre chi non ha in cassa denaro sarà costretto ad indebitarsi, con il conseguente aumento dell’indebitamento futuro dovuto al calcolo degli interessi. Il decreto infatti – sottolinea il vice presidente del Consiglio Regionale – prevede l’accesso ad un prestito a valere dal Fondo Nazionale pare a 26 miliardi di euro che per i nostri Enti Locali significa contrarre nuovi debiti e continuare ad alimentare il meccanismo perverso del continuo rinvio dei pagamenti ad imprese per servizi e prestazioni di ogni tipo. Ha ragione dunque il Presidente Caldoro: in questo modo le amministrazioni del Sud che fanno una politica virtuosa vengono ad essere penalizzate!”. Secondo Mattia “se ci fosse ancora bisogno di acquisire consapevolezza sul divario socio-economico Nord-Sud sempre più acuto, è sufficiente dare un’occhiata ai dati diffusi oggi sul Pil delle regioni europee: fatto 100 il Pil pro-capite dell’Unione Europea, la nostra Regione oggi è a quota 73 contro 77 del 2000. Le motivazioni sono tante ma, per restare alla P.A. è evidente che esse riguardano anche la spesa per gli investimenti e le pmi. A proposito di pmi, ci preoccupa la segnalazione della Cgia di Mestre secondo cui dal calcolo complessivo dell’indebitamento della P.A. (pari a circa 90 miliardi) è stato escluso quello verso le piccole e medie aziende (con la conseguenza di un incremento sino a 120-130 miliardi) che, come è noto, nel Sud e da noi sono l’ossatura del tessuto produttivo con evidenti influenze sull’occupazione. Sarebbe davvero grave – conclude Mattia – se proprio le pmi venissero penalizzate dall’applicazione del dl sblocca-crediti”.