Decreto Salva Imprese, il Presidente della Regione Basilciata De Filippo annuncia gli emendamenti delle Regioni per rilanciare il Paese.
La Conferenza fa propria la richiesta di escludere dal Patto di stabilità le spese relative agli eventi sismici lucani. Ora si lavora per “nettizzare” anche le royalty. “Da queste misure e da quelle proposte in via generale risorse importanti per sostenere la ripresa della nostra economia”
“Nel lavoro fatto con le Regioni e che sottoporremo al Governo passa una linea di principio in cui crediamo fortemente e un risvolto concreto per la Basilicata: che ci siano spese da non conteggiare nel patto di stabilità e che le spese relative ai terremoti in Basilicata siano tra queste”. E’ il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, al lavoro fatto oggi in seno alla Conferenza delle Regioni con cui sono stati messi a punto gi emendamenti da portare all’attenzione del Governo per la conversione in legge del così detto “decreto salda debiti”.
“Le Regioni – ha detto De Filippo – ritengono indispensabile che tutte le possibili leve per favorire lo sviluppo e fronteggiare la crisi siano attivate e in questo senso hanno chiesto al governo di non escludere da questo sforzo la finanza locale. Certo – ha aggiunto – per come stanno ora le cose, al di là degli annunci, restano il patto di stabilità e un sistema di vincoli troppo stretti a strangolare la possibilità di effettivo pagamento delle spese togliendo ossigeno all’economia reale ed è su questo che dobbiamo concentrarci”.
Quanto allo specifico della Basilicata De Filippo ha spiegato che “la previsione della nettizzazione delle spese per la ricostruzione, con espresso riferimento al nostro territorio, contenuta negli emendamenti proposti dalla Conferenza appare in grado di liberare diverse decine di milioni di euro che potrebbero rappresentare uno spazio di manovra non esaustivo ma interessante per la nostra capacità di pagamento. E ora, già negli incontri che nell’immediato si avranno con il Governo, dobbiamo lavorare affinché a questa previsione si affianchi anche l’esclusione dai vincoli delle risorse rivenienti da royalty sulle estrazioni di idrocarburi”.
Le ricadute peculiari sulla Basilicata, ha osservato il governatore, andrebbero a sommarsi agli effetti delle altre misure proposte con emendamenti dalla Conferenza delle Regioni. “Di particolare importanza – ha detto De Filippo – sono da considerare sia la richiesta di ampliamento del trasferimento incentivato verticale di quote di Patto di Stabilità a favore degli enti locali, che la possibilità, per quelle Regioni che hanno cassa, di utilizzarla per pagare residui passivi in conto capitale. Nel primo caso, la cessione di capacità di spesa dalle Regioni ai Comuni, incentivata dallo Stato con quote di riduzione di indebitamento per investimenti da parte degli enti regionali, otterrebbe comunque il risultato di immettere in circolazione liquidità per il sistema produttivo. Nel secondo – ha aggiunto – si andrebbe ad estendere alle Regioni quanto già previsto dal decreto per i Comuni, risolvendo il paradosso per il quale ci sono creditori allo stremo e amministrazioni con fondi fermi in cassa ma impossibilitate a pagare”:
“Le nostre richieste – ha concluso De Filippo – sono chiaramente indirizzate a sostenere il Paese sia sotto il profilo di bilancio che dell’economia reale, poiché è del tutto evidente che il risanamento dei conti pubblici non possa prescindere da una contemporanea crescita economica cui contribuire attraverso la sinergia delle risorse, anche marginali, attribuite alla responsabilità degli enti territoriali. E le risorse che si potrebbero mettere in campo in Basilicata, con l’applicazione delle previsioni generali ed escludendo dal patto ricostruzione e royalty potrebbero dare un contributo tutt’altro che marginale alla ripresa del sistema economico lucano”.
“Il tema del pagamento dei debiti al sistema delle imprese è un argomento non più rinviabile. Le imprese rischiano di fallire per credito, dunque è fondamentale immettere la necessaria liquidità nel sistema degli enti pubblici locali e nazionali per onorare i debiti”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Pdl), che in mattinata ha preso parte alla commissione speciale che esamina il decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione . “Approfitteremo della conversione del decreto 35/2013 per ripresentare insieme al sen. Guido Viceconte due emendamenti che diano alla Regione Basilicata la possibilità di tenere fuori dai limiti del patto di stabilità le risorse rivenienti dalle royalties petrolifere e dai trasferimenti per la ricostruzione connessa agli eventi tellurici. Oggi le risorse sono nelle casse della Regione e non possono essere impiegate, con conseguenze devastanti per la già grave situazione sociale ed economica che soffre il corpo vivo della Basilicata”.
“Il decreto Salva imprese non salva niente”. Non usa mezzi termini il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, che ha voluto convocare un’apposita conferenza stampa per spiegare le ragioni de suo dissenso e illustrare l’elenco delle nuove opere che a Matera non possono decollare a causa del patto di stabilità. Per il sindaco “l’ Amministrazione Comunale di Matera potrà giovarsi degli effetti di questo decreto per una cifra che non supera i 300.000 euro. Matera vanta almeno 1 milione di euro dalla Regione Basilicata che non potrà pagare nulla – come ha detto il Presidente De Filippo.
Questo decreto paradossalmente non aiuta gli Enti che hanno rispettato le regole. Questo è il caso di Matera che ha una gestione molto oculata e rispettosa delle norme. Noi ci aspettavamo che il Governo con i 40 miliardi messi a disposizione consentisse ai Comuni, alle Province e alle Regioni che hanno risorse in cassa di poter spendere almeno una quota di questi soldi ad alleggerimento dei vincoli del patto di stabilità”.
Ed invece se il decreto non viene cambiato il tutto si risolverà in un nulla di fatto.
“Il caso di Matera – spiega Adduce – è emblematico: abbiamo 17 milioni di euro in cassa. Abbiamo procedure avviate per appaltare opere nel 2013 per 10 milioni di euro e potremo procedere solo per importi molto limitati che corrispondono agli importi di nuovi incassi che il Comune farà nel corso dell’anno 2013. Lo stesso problema ha la Regione, per certi aspetti persino aggravato dal fatto che per tale Ente il decreto prevede solo la possibilità di indebitarsi e non di poter utilizzare i 250 milioni di euro che ha in cassa e quindi non potrà dare ai Comuni le risorse già programmate e che hanno consentito di aprire cantieri negli ultimi anni: un vero e proprio disastro”.
Per il sindaco di Matera “il decreto avrebbe dovuto contenere la semplice possibilità di spendere al di fuori del patto almeno una quota delle risorse disponibili in cassa. Questo sia per gli Enti Locali che per le Regioni. Il decreto, così come oggi è formulato, può consentire solo una boccata di ossigeno agli Enti che hanno bruciato risorse determinando pesanti indebitamenti nelle casse pubbliche e il ricorso obbligatorio alla stipula di mutui e, invece, non premia quelle istituzioni virtuose, come tanti comuni, fra cui quello di Matera, e tante regioni, come la Basilicata, che, al contrario, si sono sforzate di mantenere i conti in ordine, di costruire bilanci in equilibrio evitando sprechi e razionalizzando gli investimenti”.
“Si tratta –aggiunge Adduce – di soldi già disponibili che potremmo subito investire per la realizzazione di nuove opere non solo per dare una consistente boccata di ossigeno al sistema delle imprese, non solo per allontanare dai lavoratori lo spettro del licenziamento, ma anche per assicurare ai cittadini infrastrutture e servizi di cui sentono un forte bisogno. Il decreto, insomma, avrebbe dovuto metterci nelle condizioni di spendere questi 17 milioni di euro o almeno una buona parte di essi senza oneri per nessuno”.
Si tratta di un vero e proprio appello al Presidente del Consiglio ancora in carica, Mario Monti, e ai parlamentari.
“Serve una piccola modifica al decreto, poche parole, che consentano ai comuni che hanno riserve di liquidità nelle loro casse di poterle spendere in una percentuale che sarà il governo a decidere. Sto interessando i parlamentari lucani perché lungo l’iter si proponga e si approvi questa modifica che darebbe un’importante boccata di ossigeno agli enti virtuosi. Ho già interessato l’Anci – ha concluso il sindaco – affinché interpelli il Governo su questo tema”.
EDILIZIA: FENEAL-UIL, IN PRIMA FILA PER MODIFICARE DL SBLOCCA-CREDITI
“Ci sarà pure un motivo se in Basilicata, nel primo semestre 2012, su 62 provvedimenti di vendite giudiziarie di beni immobili uno solo è andato a conclusione (nel 2011 erano stati 16 su 98 vendite giudiziarie disposte) e se l’edilizia in cinque anni nel Paese ha perso circa 3 mila aziende di cui poco meno di un centinaio in Basilicata e contestualmente 600 mila lavoratori di cui 5mila nella nostra regione”. A rilevarlo è il segretario regionale della Feneal-Uil lucana Domenico Palma, sottolineando che “non passa giorno che indagini, statistiche, rapporti non evidenziano lo stato comatoso del comparto costruzioni specie quello dei lavori pubblici. Per noi la strada da imboccare, attraverso un Governo nazionale responsabile da nominare al più presto al pari di una Giunta Regionale nella pienezza dei suoi poteri politico-amministrativi, specie alla guida del Dipartimento Infrastrutture-Lavori Pubblici-Assetto del territorio, restituendoci quindi l’interlocutore istituzionale, è una sola: liberare risorse finanziarie immediatamente spendibili in progetti essenziali per il Paese come la manutenzione del territorio, degli edifici pubblici e storici, la riqualificazione delle città e delle periferie, il recupero e la trasformazione dell’invenduto, la riconversione del patrimonio abitativo, un Piano per le infrastrutture e per il Sud, tutte azioni in grado di creare lavoro di qualità e sviluppo del territorio. Il comparto di gran lunga più rischioso è in questa fase – aggiunge Palma – si conferma il sistema casa, rappresentato dalle aziende che producono e forniscono mobili, elettrodomestici, arredi e illuminazione. Nel 2012 a dichiarare fallimento sono state quasi 300 imprese, l’1,9% del totale di riferimento, quasi il doppio rispetto al 2008. Il nesso con l’andamento del mercato interno è chiaro come testimonia il crollo del 42,8% dei mutui nel 2012. Il mercato immobiliare ha così perso in un anno 330mila transazioni, un terzo del totale, il che si traduce in modo immediato in minori acquisti di armadi, cucine, frigoriferi, lampade, mobili e arredi vari. Ma l’impatto del mattone è in realtà molto più ampio, coinvolgendo anche intere filiere della meccanica come valvole, rubinetti, caldaie. Tutti prodotti che resistono grazie all’export ma che sul mercato interno lo scorso anno hanno lasciato sul campo diversi punti percentuali. Ancora: nel 2012 gli investimenti in nuove abitazioni registrano un ulteriore calo del 17% in termini reali rispetto all’anno precedente; per il 2013 è prevista una flessione del 13%. In sei anni (2008-2013) il livello degli investimenti in nuove abitazioni si sarà ridotto del 54,2% in termini reali”. Secondo Palma, inoltre, che “la sollecitazione venuta dagli Stati Generali delle Costruzioni della Basilicata per il superamento del Patto di Stabilità e prontamente recepita dal Presidente De Filippo è racchiuso in un dato: lo stock dei crediti vantati delle imprese edili nei confronti delle Pa ha raggiunto quota 19 miliardi, di cui 12 a carico delle amministrazioni locali. Una cifra che vale quasi il 27% dei 71 miliardi di debito della Pa con le imprese. Per questo non può che allarmarci la dichiarazione dello stesso Presidente De Filippo sull’inefficacia del dl sblocca-crediti approvato dal Governo Monti sul quale poggiavano le nostre attese ed aspettative di breve-medio termine, come quelle di centinaia di pmi imprese edili lucane e di numerosissime ditte artigiane ed edili sempre della nostra regione. Ogni iniziativa utile, dai tavoli istituzionali e con le parti sociali, agli incontri con parlamentari ed Enti Locali, per modificare il dl sblocca-crediti ci vedrà pertanto in prima fila”.
Uglm Basilicata, Giuseppe Giordano su Decreto salva imprese.
“Serve una grande mobilitazione dalla Basilicata affinché giungano sollecitazioni al Governo per evitare che siano premiate le regioni ricche, invece di quelle virtuose e di garantire che i crediti delle imprese siano pagati in base a criteri obiettivi, tenuto conto delle reali emergenze, scongiurando che si allarghi ancora di più la forbice tra le imprese, con quelle del Nord che si avvicinano con i tempi rapidi di pagamento sempre più a quelli della Baviera, e quelli del Sud con ritardi più simili a quelli dei territori dell’Africa”. Lo ha ribadito in una nota Giuseppe Giordano, segretario regionale Uglm Basilicata.
“Ora – sottolinea Giordano – bisogna far fronte comune tra tutte le forze sindacali e politiche per rivedere parametri, criteri del decreto, e per fissare una adeguata perequazione. Per la Basilicata urgono provvedimenti necessari per il pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della P.A. se veramente si intende battere la disoccupazione e la crisi. C’e’ bisogno di fatti, non chiacchiere, mettendo in campo quelle giuste e mirate risorse per ‘credere’ di poter avviare un’economia sempre più lenta ed affaticata. Se non si individuano parametri – prosegue il sindacalista -, per l’Ugl c’è il forte rischio che restino fuori i crediti vantati dalle medie, piccole e piccolissime imprese, e questa sarebbe un’autentica beffa: il rischio è che la stessa impresa incassi al Nord dopo pochi giorni, mentre in Basilicata, in assenza di norme, si pagherebbe dopo tantissimi mesi, con somme aggravate da interessi legati al pagamento ritardato. La montagna di pagamenti arretrati dovuti alle imprese dallo Stato e delle pubbliche amministrazioni in cambio della fornitura di beni e servizi ha notevolmente raggiunto un fiume di denaro. In Basilicata innumerevoli imprenditore avanzano migliaia di euro, sono preoccupati che non sanno se riescono a versare i contributi, senza i quali perdono il DURC. Occorrono più soldi in tasca alle famiglie per riavviare i consumi, quindi le produzioni e i posti di lavoro. La nostra Regione ha toccato il fondo, aspettiamoci anche la tremenda stangata del binomio Imu-Tares, che colpirà le famiglie lucane come una vera e propria patrimoniale, e rischia di far saltare le tredicesime nel prossimo mese di dicembre. E’ più che mai necessario – conclude il segretario Ugl, Giordano– intervenire ed eliminare le storture di un provvedimento ingiusto ed iniquo altrimenti il riflesso, l’effetto indiretto intenso che il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione potrebbe avere su lavoratori e pensionati non si riuscirà ad immaginarlo come sarà così penalizzante per la Basilicata”.
Caro Adduce (scusate la parola),
sei tu forse che non salvi niente….Matera poveretta!!!
questa gente che dovrebbe amministrare con la saggezza del buon padre di famiglia ha in realtà condotto la ditta al fallimento con un deficit superiore al tollerabile e un debito più del doppio del consentito. ma quando noi diciamo di tagliare i costi vogliamo dire tagliatevi i premi produzione perché non avete prodotto ricchezza ma avete tolto energie per dare povertà. di cosa vi premiate? delle vostre inettitudini? delle vostre incapacità? dei vostri fallimenti?
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Regione Entrate Spese | Res.Fis n° abitanti Res.Fis. totale
-A- -B- | -C- -D- -E-
Lombardia 16.663 12.203 | 4.460. * 9.642.406 = 43.005.130.760
Lazio 16.670 15.183 | 1.487. * 5.561.017 = 8.825.333.979
Veneto 12.923 11.481 | 1.442. * 4.832.340 = 6.968.234.280
Emilia Rom. 14.768 13.445 | 1.323. * 4.275.802 = 5.656.886.046
Piemonte 13.596 13.316 | 280. * 4.401.266 = 1.232.354.480
Toscana 13.076 13.289 | -213. * 3.677.048 = -783.211.224
Marche 11.511 12.339 | -828. * 1.553.063 = -1.285.936.164
Friuli VG 13.525 15.260 | -1.735. * 1.222.061 = -2.120.275.835
Liguria 12.764 14.819 | -2.055. * 1.609.822 = -3.308.184.210
Trentino AA 14.103 16.292 | -2.189. * 1.037.114 = -2.270.242.546
Abruzzo 9.949 12.241 | -2.292. * 1.323.987 = -3.034.578.204
Umbria 11.424 14.187 | -2.764. * 884.450 = -2.444.619.800
Campania 7.582 10.568 | -2.986. * 5.811.390 = -17.352.810.540
Puglia 7.370 10.729 | -3.358. * 4.076.546 = -13.689.041.468
Molise 8.786 12.507 | -3.721. * 320.838 = -1.193.838.198
Basilicata 8.026 12.203 | -4.177. * 591.001 = -2.468.611.177
Sardegna 8.710 12.989 | -4.279. * 1.665.617 = -7.127.175.143
Sicilia 7.497 11.825 | -4.328. * 5.029.683 = -21.768.468.024
Calabria 7.737 12.295 | -4.557. * 2.007.707 = -9.149.120.799
Valle d’Aosta 15.638 20.579 | -4.941. * 124.812 = -616.696.092
Italia 12.257 12.650 | -393. * 59.647.970 = -22.924.869.879
i NUMERI NON SONO UN OPINIONE, è IL DATO CHE SCATURISCE CHE LA CLASSE DIRIGENTE DEL SUD POLITICA E AMMINISTRATIVA,STAREBBE MEGLIO A STARE ZITTA.OLTRE AD AVERE MAGGIORI TRASFERIMENTI DELLA STATO,NON RIESCE A SPENDERLI BENE.MA DI UNA COSA SONO BRAVI A FAR CRESCERE QUELLA RETE DI CLIENTELISMO, UTILE A POCHI A DISCAPITO DI MOLTI, ALMENO DA ALTRE PARTI SONO CAPACI A DISTRIBURE E AD OFFRIRE SERVIZI MIGLIORI. QUESTO AL CENTRO NORD.
iN BASILICATA DOVE IL NOSTRE ADDUCE è UN DEGNO RAPPRESENTANTE DEL PD, tutti questi soldi non sono serviti per far crescere lo sviluppo e la popolazione ma per arrichire le tasche di pochi.Tanto siamo sempre agli ultimi posti per reddito,ai primi posti per numero di disocuppati, agli ultimi posti per i servizi socialie ai primi posti per numero di giovani che lasciano la propria terra in cerca di un futuro.
Adduce prima di parlare farebbe meglio a cospargersi la testa di cenere, o andarsi a nascondere, nella sua ferrandina, quando è con i suoi amici del Pd e del pdl l’artefice di questo disastro annunciato.