“Si torna alla vecchia strategia della Cassa per il Mezzogiorno”: così il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli commenta il voto favorevole alla Camera del decreto Mezzogiorno. “Il Parlamento a maggioranza ha imboccato la strada della Zes unica e – aggiunge – si istituisce una Cabina di regia a Palazzo Chigi per lo sviluppo delle aree interne, presieduta dal ministro per gli Affari europei, con il compito di approvare il ‘Piano strategico nazionale delle aree interne’ (Psnai). Alla Cabina compete anche di monitorare l’utilizzo delle risorse finanziarie. Dunque la scelta del Governo – sottolinea il segretario Uil – è quella dell’accentramento delle competenze a Roma con il rischio di una paralisi inaccettabile della sua stessa operatività, ingolfando quella struttura unica che dovrà controllare lo sviluppo dei progetti. Continuiamo a pensare che aver realizzato una Zes unica, a carattere generalista, non sia stata una scelta giusta da parte del Governo, dato che noi consideriamo la Zona Economica Speciale un’importante leva di politica industriale per il Mezzogiorno , se specializzata in alcuni settori strategici per le regioni del sud del Paese. Nel caso della nostra regione pensiamo in particolare all’automotive e all’agroalimentare. Il rischio che invece vediamo profilarsi è quello di un ritorno al passato, quando errori imperdonabili di gestione hanno disseminato le aree industriali di capannoni rimasti vuoti e inoperosi. E i nostri nuclei industriali anche per effetto del fallimento degli interventi ex 219 sono l’esempio più evidente di risorse finanziarie investite e sprecate. Oggi più che mai, invece, è necessaria una politica industriale chiara e obiettivi di sviluppo precisi. La Uil ritiene necessario procedere all’istituzione di un Osservatorio strategico, legato ai territori, che si occupi di verificare la qualità delle imprese che andranno a godere dei benefici fiscali previsti dalla Zes, che sia in grado di accertare gli impatti occupazionali dei progetti che verranno presentati, che sia capace di verificare l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro e che non dimentichi di vigilare sul rispetto delle norme sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. C’è poi tutta la partita delle aree interne che– conclude – senza un adeguamento della Strategia Nazionale e con un Piano studiato a Roma senza alcun apporto di Regioni, enti locali, forze sociali non sarà in grado di invertire la tendenza dell’emorragia demografica e della fuga dei giovani”.
Ott 31