Il disegno di legge sullo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane, approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 10 marzo, rappresenta un nuovo punto di ripartenza per sostenere la crescita dei Comuni montani (in Basilicata il 90% del territorio), contrastarne lo spopolamento e favorire la “tenuta” dei servizi tra i quali quelli commerciali. E’ il commento di Confcommercio Potenza in una nota a firma del presidente Fausto De Mare. In particolare il provvedimento punta allo sviluppo della sanità e della scuola delle zone montane, e al miglioramento dei servizi di telefonia mobile e dell’accesso a Internet. Sono previsti incentivi agli imprenditori, agricoli e forestali, e misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”. Il finanziamento avverrà tramite il Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (Fosmit), in cui confluiscono le risorse del Fondo nazionale per la montagna e del Fondo integrativo per i Comuni montani per il quale l’ultima legge di bilancio ha previsto lo stanziamento di 100 milioni per il 2022 e 200 milioni dal 2023.
Nello specifico per Confcommercio “Il disegno di legge sulla montagna significa più partenariato sociale e più risorse per un più ambizioso perseguimento degli obiettivi di rafforzamento della densità delle attività commerciali e degli insediamenti produttivi nei comuni montani economicamente e socialmente vulnerabili. Una sensibilità legislativa importante per nostri territori che finalmente vengono considerati come fonte di ricchezza per tutto il Paese, non solo per tutte le attività che richiamano in estate ed in inverno, come sta accadendo grazie alla neve nei comprensori sciistici della provincia di Potenza, ma proprio, ed è questa la novità, per le loro stesse caratteristiche morfologiche”.
Per Confcommercio-Imprese per l’Italia della provincia di Potenza strettamente intrecciato all’impegno a favore delle zone montane è quello per la rigenerazione urbana dei nostri paesi. Nel ribadire la profonda delusione progetti di rigenerazione urbana finanziati in Basilicata (lo 0,6% della dotazione finanziaria totale), Fausto De Mare evidenzia che la Confederazione nazionale promuove da anni e di concerto con l’Anci (protocollo sottoscritto nel 2015) la rigenerazione urbana ed economica sostenendo, a livello locale, nazionale ed europeo, politiche integrate per le città basate sulla collaborazione tra pubblico e privato. Rigenerare città e commercio vuol dire dare linfa vitale al Paese. Se nelle città funziona il commercio, abbiamo città vive, che funzionano e che generano vita sociale .
“Bisogna, rilevare come città grandi e piccole – sottolinea ancora De Mare – stiano perdendo a poco a poco il loro ruolo attrattivo, sia sotto il profilo residenziale che dell’offerta merceologica e dei servizi, con conseguente indebolimento dell’offerta turistica e dell’indotto. Inoltre, si può constatare come la disciplina urbanistica risulti, ad oggi, sempre più scollegata dal mutamento continuo che coinvolge gli organismi urbani, non riuscendo a fornire risposte ai repentini processi sociali, economici e ambientali che lì si manifestano. Le conseguenze sono principalmente riferite allo spopolamento dei piccoli comuni e all’accentuazione della fuga dei giovani con il rischio di un ulteriore dimagrimento demografico che non possiamo permetterci.
La pandemia ha prodotto un profondo cambiamento del tessuto commerciale all’interno dei centri storici specie in quello del capoluogo di regione già interessato in epoca pre-Covid da una crisi di identità commerciale e più in generale di servizi alla città.
Infine Polo Doglioni, delegato di Confcommercio per le Politiche della montagna sottolinea che Confcommercio ha lavorato per l’introduzione, con l’articolo 17 del nuovo ddl, del registro dei crediti di carbonio. Questa è una proposta innovativa finalizzata ad invertire il trend di impoverimento e spopolamento delle nostre montagne. In sostanza significa sfruttare la capacità di assorbimento di boschi e foreste montane per pulire l’atmosfera dall’inquinamento di anidride carbonica mediante la negoziazione sul mercato telematico di speciali certificati verdi. Il modello ha ottime potenzialità di implementazione perché privo di costi a carico della spesa pubblica ed anzi in grado di incrementare le casse dell’Erario in modo importante”, conclude Doglioni.