Diventa più caro il carrello della spesa per gli italiani anche per effetto dell’aumento degli alimentari sugli scaffali, ma la deflazione ha effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono crollate per il grano duro (-38%) e il latte viene ormai pagato agli allevatori quasi come l’acqua minerale al supermercato. E’ quanto fa sapere Coldiretti Basilicata in riferimento all’andamento dell’inflazione ad ottobre sto che ha visto gli alimentari in calo dello 0,3% su base annua. “ In queste condizioni a rischio – spiega Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Basilicata – c’ è il futuro di prodotti simbolo del Made in Italy, ma anche un sistema produttivo sostenibile che garantisce reddito e lavoro a centinaia di migliaia di famiglie e difende il territorio nazionale dal degrado e dalla desertificazione”. Per Coldiretti il problema è grave. “Dal campo alla tavola i prezzi aumentano di 5 volte per la pasta e per il latte e di addirittura 15 volte per il pane con la forbice che – continua Quarto – si è fortemente allargata quest’anno. Nelle campagne è deflazione profonda con i prezzi crollati per raccolti e per gli allevamenti che non coprono più neanche i costi di produzione o dell’alimentazione del bestiame”. Oggi gli agricoltori, precisa Francesco Manzari, direttore Coldiretti Basilicata “devono vendere più di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane. Le coltivazioni come il latte e la carne subiscono la pressione delle distorsioni di filiera e dal flusso delle importazioni selvagge – conclude Manzari – che fanno concorrenza sleale alla produzione nazionale perché vengono spacciati come Made in Italy per la mancanza di indicazione chiara sull’origine in etichetta”.
Nov 01