Si intitola «Partecipazione al Lavoro» la proposta di legge d’iniziativa popolare depositata dalla Cisl alla Corte di Cassazione di Roma. Il testo, su cui il sindacato di Via Po avvierà una vasta campagna di raccolta firme su tutto il territorio nazionale, intende dare piena applicazione all’articolo 46 della Costituzione che sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende. L’obiettivo è costruire un modello di relazioni industriali in cui le lavoratrici e i lavoratori partecipano attivamente alla vita dell’impresa facendo «evolvere il rapporto tra impresa e lavoro nel solco di una più solida democrazia economica», si legge nella presentazione della proposta. «Siamo pronti anche in Basilicata alla raccolta delle firme – annuncia il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo – e daremo il nostro concreto contributo per cambiare il paradigma dei rapporti tra impresa e lavoro, ancora ingessati in logiche che non sono più in linea con le esigenze della società attuale, tanto delle imprese, quanto dei lavoratori. La democrazia economica è il terreno in cui far maturare nuovi modelli organizzativi del lavoro e una nuova cultura d’impresa socialmente responsabile».
Secondo il segretario della Cisl lucana «si tratta di traghettare quanto di buono abbiamo accumulato nel corso degli anni in termini di esperienza contrattuale con le aziende verso un modello più organico di relazioni industriali pienamente partecipative. È questa la strada per una più equa ripartizione della produttività e quindi per salari più alti, per una migliore organizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze delle persone, in particolare delle donne e dei care giver, per contrattare buone flessibilità e per valorizzare il capitale umano attraverso il diritto soggettivo alla formazione. Le democrazia economica è anche la leva per incrementare i livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso il pieno coinvolgimento dei lavoratori nel monitoraggio e nella vigilanza sul rispetto delle leggi e delle regole».
«Il nostro auspicio è che su questa sfida ci possa essere la convergenza anche del mondo imprenditoriale poiché siamo convinti che l’innovazione delle relazioni industriali e l’affermazione di un paradigma imprenditoriale che incorpori tra le sue finalità anche quelle sociali sia di reciproco interesse, anche per fare massa critica nei confronti delle istituzioni che sono chiamate ad incoraggiare questa pratica attraverso sostegni e incentivi rivolti ad accordi partecipativi. Proprio con questo obiettivo nelle prossime settimane avvieremo un ciclo di incontri con il mondo politico, imprenditoriale e sociale della nostra regione per presentare la nostra proposta di democrazia economica e per intavolare un confronto sul ruolo delle parti sociali nelle politiche di sviluppo di questo territorio».