Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella ha incontrato oggi a Potenza, nella sala Verrastro del Palazzo della Giunta, i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, di Confindustria e le parti datoriali aderenti a “Pensiamo Basilicata” per discutere del caso esploso dopo le dichiarazioni del Vescovo di Melfi, Gianfranco Todisco, secondo il quale nell’area industriale di San Nicola di Melfi alcuni operai sarebbero stati costretti a pagare una tangente ad esponenti del mondo sindacale per essere assunti.
Dal tavolo è partita la ferma condanna “di fronte a comportamenti deprecabili”, la cui “realtà dovrà essere verificata dall’operato della magistratura”, ma è stata evidenziata anche la necessità di salvaguardare “un sistema sano che racchiude la politica, le istituzioni e le organizzazioni di categoria, che potrebbe essere coinvolto dal clamore mediatico pur non avendone responsabilità”.
Numerosi, gli esponenti sindacali presenti al tavolo, fra cui Angelo Summa (Cgil), Roberto D’Andrea (Fiom-Cgil), Nino Falotico (Cisl), Gerardo Evangelista (Fim-Cisl), Carmine Vaccaro (Uil), Marco Lomio (Uilm) e Giovanni Tancredi (Ugl). Per la Regione hanno partecipato l’assessore all’Ambiente, Francesco Pietrantuono, il consigliere regionale Aurelio Pace ed anche i direttori della Presidenza della Giunta e del Dipartimento Politiche di sviluppo, Vito Marsico e Giandomenico Marchese. Sono intervenuti inoltre i rappresentanti di Confindustria Basilicata (il presidente vicario Vito Arcasensa ed il vicepresidente Francesco Somma) e Paolo Laguardia, del manifesto “Pensiamo Basilicata”.
“Le dichiarazioni del Vescovo Todisco – ha detto il governatore Pittella – hanno colto di sorpresa un po’ tutti. Per questo ho voluto fare una riflessione con le parti al tavolo. Qualora dovessero essere confermati, tali comportamenti verranno da noi stigmatizzati per costume, etica e per senso di responsabilità: deve essere sottolineata la nostra distanza da chi eventualmente si è macchiato di azioni delittuose sul piano morale. Ma dobbiamo fare un sforzo comune – ha evidenziato il presidente – per evitare che su un argomento così delicato si consumi, senza i dovuti distinguo, una sorta di tritacarne mediatico. Dobbiamo scongiurare il pericolo che la politica e le organizzazioni sindacali, che tanto hanno contributo alla tutela dei diritti e al recupero della rappresentanza possano risentire, senza averne alcune diretta responsabilità di questo clamore. Se c’è stato l’errore del singolo – ha messo in chiaro Pittella – va perseguito. Ma non bisogna coinvolgere l’intero sistema di rappresentanza. Ci sarà un’attività giudiziaria che andrà avanti di suo e di cui siamo rispettosi: nel mentre dobbiamo scongiurare la caccia alle streghe. Per questo motivo dobbiamo provare ad approfondire quanto accaduto e a parlare con una voce univoca, che nel rispetto dei ruoli conferisca tranquillità, sicurezza, garanzia di etica e di trasparenza”.